La Nuova Sardegna

Sassari

Gli allevatori di Chiaramonti restituiscono le schede elettorali

di Letizia Villa
Gli allevatori di Chiaramonti restituiscono le schede elettorali

In cinquanta ieri mattina hanno consegnato il documento nelle mani del commissario Retanda «Siamo stanchi delle promesse non mantenute, siamo stati abbandonati da tutti i partiti politici» 

23 febbraio 2018
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CHIARAMONTI. Stanchi delle solite promesse non mantenute, mortificati da prezzi di vendita irrisori, costretti a barcamenarsi tra siccità e indennizzi mai ottenuti, a pochi giorni dalle Elezioni Politiche del 4 marzo, gli allevatori di Chiaramonti hanno deciso di non andare a votare e di dare un segnale forte alla classe politica.

In cinquanta ieri mattina intorno alle ore 11, si sono recati in Comune e hanno consegnato le schede elettorali nelle mani del commissario straordinario Giovanni Maria Retanda. Altri lo faranno nei prossimi giorni. Oltre 50 voti mancanti che vogliono far riflettere sull’annoso malessere che attanaglia chi continua a praticare l’agricoltura e l’allevamento, settori ancora fondamentali per l’economia, la cultura e l’identità sarde nonostante le mille difficoltà e molte aziende stiano per chiudere.

Gli allevatori che si sono presentati ieri davanti al commissario Retanda rappresentano i proprietari e la forza lavoro di 130 aziende del territorio comunale, alcune con più addetti ma altre ormai vuote.

«Con questo gesto vogliamo comunicare la nostra totale sfiducia nei confronti dei Partiti politici. Ci sentiamo abbandonati da tutti _ hanno detto a più voci _. In questa campagna elettorale nessuno ha parlato della crisi della pastorizia. I 13 euro ricevuti l’anno scorso dovevano servire per il sostentamento animale. Invece, in parte, sono andati all’Inps per coprire i contributi. Questo in un periodo in cui molti allevatori non hanno liquidità e ai prezzi di vendita vergognosi di latte e agnelli, per questi ultimi ora siamo intorno ai 2,20 al chilo, si è aggiunto il blocco del bestiame bovino».

«A causa della siccità, ho dato il bestiame a metà prezzo, altrimenti sarebbe morto» racconta uno di loro. C’è poi il ritardo dei premi comunitari, gli aiuti contro la siccità rimasti lettera morta, la mancanza di contributi per il rinnovo delle aziende. Una situazione a causa della quale i giovani non si sentono più di investire nel settore, dove agli incentivi e alle promesse iniziali segue il nulla. «Manca una pianificazione _ spiega uno di loro _. Il piano dello sviluppo doveva partire dal 2014. Siamo nel 2018 e ancora non è successo niente con l’aggravante che molte aziende stanno per chiudere perché non ci sono più provviste». «Aggiungiamo anche i danni delle annate contrarie _ fanno eco altri _ con la beffa del foraggio che arriva dal Continente». Non ultima difficoltà l’incapacità di fare sistema tra allevatori di diversi Comuni: «Essere più uniti ci aiuterebbe a far valere le nostre ragioni». Solidale con gli allevatori il commissario Retanda: «Condivido quanto lamentato dagli allevatori di Chiaramonti. Ritengo che, essendo la pastorizia l’unico elemento motorio di questo territorio, è di fondamentale importanza che la Regione non si dimentichi degli allevatori e delle loro denunce».

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