La Nuova Sardegna

Sassari

Mega rissa a Li Punti: confermate le condanne

di Luca Fiori
Mega rissa a Li Punti: confermate le condanne

Il 15 giugno di 4 anni fa due nuclei familiari si erano affrontati armati per strada La Cassazione: 9 anni a Fabrizio Pinna, 7 anni a Giulio Pinna e a Massimo Piras

24 febbraio 2018
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SASSARI. È stata confermata dalla Cassazione la condanna a nove anni e sei mesi di reclusione per tentato omicidio e rissa aggravata nei confronti di Fabrizio Pinna, sassarese di 30 anni, ritenuto uno dei principali responsabili di una furibonda rissa tra i componenti di due nuclei familiari, che la notte del 15 giugno del 2014 si affrontarono nel quartiere di Li Punti con coltelli, roncole, bastoni e mazze da baseball.

Alla fine solo per miracolo non ci scappò il morto, ma quattro persone rimasero ferite, una delle quali in gravissime condizioni. Sei gli arrestati, tra i quali anche un ragazzo di 17 anni accompagnato in un centro di prima accoglienza. Confermata in terzo grado anche la condanna nei confronti di Giulio Pinna, sassarese di 64 anni e del genero Massimo Piras di 42. Entrambi devono scontare una condanna a sette anni e sei mesi di reclusione. Teatro della mega rissa erano stati gli spazi all’aperto delle case popolari di via Nicolò Piras. La notte di follia era comincia intorno alle 21.30. La contesa aveva visto alcuni esponenti delle famiglie Pinna e Garau affrontarsi per strada. I primi avevano lamentato il furto di un motorino e accusato uno dei Garau. Gli animi si erano scaldati subito, qualcuno aveva chiamato i carabinieri. L’arrivo sul posto di una pattuglia del nucleo radiomobile aveva riportato la calma. La situazione sembrava chiaritae e le due fazioni si erano ritirate. Ma la calma era solo apparente. Poco prima della mezzanotte, infatti, era partita la spedizione punitiva. I Pinna erano andati dai Garau e lo scontro era esploso nel pianerottolo. Erano volati colpi proibiti con la tensione e il livello della violenza alle stelle. I Garau avevano però respinto l'assalto ed erano passati al contrattacco per vendicarsi dell’incursione avvenuta poco prima. Il nuovo scontro si era consumato davanti alla casa dei Pinna con bastoni, roncole, coltelli, mazze da baseball. Quando sul posto era arrivata la prima pattuglia dei carabinieri si era trovata di fronte a una scena da film dell’orrore. Feriti a terra coperti di sangue, donne che urlavano, altri componenti dei due nuclei familiari che continuano a fronteggiarsi con diverse armi. I militari della pattuglia avevano chiesto aiuto e sul posto erano arrivate anche una volante della questura e un equipaggio della polizia stradale. E subito dopo le ambulanze che, come in guerra, avevano raccolto da terra i feriti.

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