La Nuova Sardegna

Sassari

Attentati e volantini in aula gli anni bui del terrorismo sardo

di Nadia Cossu
Attentati e volantini in aula gli anni bui del terrorismo sardo

L’ex dirigente della Digos di Nuoro sentito come testimone “Arcadia”, rivelati i contenuti delle rivendicazioni Npc e Oir

27 febbraio 2018
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SASSARI. Npc e Oir. Sono le due sigle con le quali era stata rivendicata la maggior parte degli attentati terroristici compiuti in Sardegna tra il 2002 e il 2004. E le stesse sigle – acronimo di Nuclei proletari per il comunismo la prima e di Organizzatzione indipendentista rivoluzionaria la seconda – sono state al centro dell’udienza di ieri nel processo che si sta celebrando davanti alla corte d’assise di Sassari. Diciotto gli imputati che devono rispondere di associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico.

L’udienza di ieri è stata interamente dedicata all’esame di Stefano Fonsi, all’epoca dirigente della Digos di Nuoro che si occupò delle indagini su diversi attentati che in quegli anni interessarono la Barbagia. E nel 2006 c’era sempre lui a capo della Divisione quando, nel mese di luglio, ci fu l’ondata di arresti nell’ambito dell’operazione “Arcadia”.

Rivendicazioni e volantini sono stati gli argomenti al centro del processo. Fonsi, rispondendo alle domande del pm della Dda di Cagliari Paolo De Angelis, ha ripercorso il contenuto dei numerosi documenti contenuti nel fascicolo e in particolare le rivendicazioni degli attentati fatte recapitare da Npc e Oir alle redazioni delle testate giornalistiche sarde. Fonsi ha ricordato come a un certo punto l’obiettivo dei membri di Npc fosse «alzare l’asticella», fare un salto di qualità in sintesi. «La visione di una Sardegna sovrana – ha spiegato – non apparteneva ai Nuclei proletari per il comunismo. Nei volantini sequestrati era scritto chiaramente: “saranno gli esiti della lotta di classe a determinare se ci sarà una Sardegna indipendente». Documenti in alcuni casi divulgati non per rivendicare un attentato in particolare «ma per aprire un dibattito politico».

Poi De Angelis è passato alle rivendicazioni di Oir e ha ripercorso alcuni fatti di cronaca di quegli anni tra cui il sabotaggio del latte con marchio Parmalat in solidarietà con la lotta dei pastori sardi e del settore caseario. E ancora, a febbraio del 2004 l’attentato fallito alla discoteca Bagaglino di Stintino.

Le due sigle, secondo il pm De Angelis, sarebbero «entrambe riferibili al circolo di A Manca pro s’indipendentzia e, prima del 2001, al circolo Moncada di Sassari» che sarebbero serviti come «schermo pubblico a chi aderiva all’associazione sovversiva». Accuse da sempre respinte con forza dai diciotto imputati e che all’epoca dei clamorosi arresti del 2006 avevano suscitato rabbia e sdegno tra i movimenti indipendentisti sardi.

Il processo riprenderà a maggio e si continuerà con l’esame del dirigente Fonsi.

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