Ep, progetto per recuperare il carbone
Fiume Santo: presentato il piano per la bonifica del fondale marino dal combustibile finito in mare
03 marzo 2018
2 MINUTI DI LETTURA
PORTO TORRES. La società Ep Fiume Santo ha presentato il progetto di rimozione del carbone dal fondale marino antistante il molo di attracco delle navi carboniere all’interno del porto industriale. La banchina interessata dalla presenza di carbone sul fondale si trova all’interno del Sito di interesse nazionale e tra il 23 e 28 marzo 2017 sono state effettuate delle indagini ispettive subacquee.
In quei cinque giorni si è valutato, nonostante la scarsa visibilità di un fondale profondo 18 metri, i quantitativi di carbone che potrebbero essere presenti. Ossia 800 metri cubi di materiali costituiti da carbone con valori prossimi al 100 per cento, frammisti a quantità trascurabili di sedimenti marini, e 400 metri cubi di materiali costituiti da carbone frammisto al sedimento marino, in cui la percentuale di carbone si colloca statisticamente tra il 30 e il 70 per cento.
L’obiettivo della società Ep Fiume Santo è dunque quello di provvedere quanto prima al recupero completo di tutto il materiale dal fondale marino, attraverso l’utilizzo di speciali pompe aspiranti manovrate dall’operatore.
La fase di aspirazione dal fondale per la rimozione dei sedimenti dal fondale dell’area di intervento è stata condivisa soprattutto con la Capitaneria di porto, che ha chiesto espressamente un sistema di aspirazione gestito e manovrato manualmente da un camion dotato di gru, sulla quale verrà installata la pompa di aspirazione e una videocamera subacquea a circuito chiuso. Il carbone rimosso, filtrato e verificato - così come richiesto da Arpas -, sarà trasportato al carbonile della centrale di Fiume Santo all’interno di scarrabili coperti con telone. Il percorso per il trasporto è tutto all’interno di tracciati stradali di proprietà della Sindyal e della società Ep. (g.m.)
In quei cinque giorni si è valutato, nonostante la scarsa visibilità di un fondale profondo 18 metri, i quantitativi di carbone che potrebbero essere presenti. Ossia 800 metri cubi di materiali costituiti da carbone con valori prossimi al 100 per cento, frammisti a quantità trascurabili di sedimenti marini, e 400 metri cubi di materiali costituiti da carbone frammisto al sedimento marino, in cui la percentuale di carbone si colloca statisticamente tra il 30 e il 70 per cento.
L’obiettivo della società Ep Fiume Santo è dunque quello di provvedere quanto prima al recupero completo di tutto il materiale dal fondale marino, attraverso l’utilizzo di speciali pompe aspiranti manovrate dall’operatore.
La fase di aspirazione dal fondale per la rimozione dei sedimenti dal fondale dell’area di intervento è stata condivisa soprattutto con la Capitaneria di porto, che ha chiesto espressamente un sistema di aspirazione gestito e manovrato manualmente da un camion dotato di gru, sulla quale verrà installata la pompa di aspirazione e una videocamera subacquea a circuito chiuso. Il carbone rimosso, filtrato e verificato - così come richiesto da Arpas -, sarà trasportato al carbonile della centrale di Fiume Santo all’interno di scarrabili coperti con telone. Il percorso per il trasporto è tutto all’interno di tracciati stradali di proprietà della Sindyal e della società Ep. (g.m.)
