La Nuova Sardegna

Sassari

I carciofi di Uri aprono al turismo

di Pinuccio Saba
I carciofi di Uri aprono al turismo

Mancano le strutture ma si punta all’accoglienza diffusa L’offerta di un ricco patrimonio storico e architettonico

04 marzo 2018
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INVIATO A URI. È l’appuntamento dell’anno, la Sagra del Carciofo, ma Uri (nel cuore della regione del Coros) non è solo questo. Partendo proprio da questa sagra, che si terrà nel prossimo fine settimana, Uri guarda avanti e soprattutto guarda alle attività legate al turismo, all’accoglienza, all’offerta di prodotti di altissima qualità. Un turismo ovviamente diverso da quello di Alghero o Stintino, ma il paese guarda con interesse ai due centri turistici più importanti del territorio per attrarre una clientela più “pacata”, fatta di famiglie che cercano una vacanza all’insegna del relax e di occasioni di svago anche culturale. «Siamo a pochi chilometri da Alghero, Stintino e dall’aeroporto – sostiene la sindaca Lucia Cirroni – senza dimenticarci di Sassari. Non vogliamo entrare in competizione con queste località balneari, ma puntiamo ad accogliere un turismo meno modaiolo, attento alle ricchezze culturali, storiche e archeologiche che Uri gli può offrire. Spetta a noi riuscire in questo compito, all’intera comunità che punta molto sull’associazionismo per superare lacune economiche e strutturali».

E per Uri sembra valere poco il famigerato detto “pocos, locos y malos unidos”: in paese ci sono infatti trenta associazioni di volontariato che operano nei campi più svariati. Ma sempre pronte ad aiutarsi vicendevolmente in tutte le iniziative organizzate o portate avanti dalle singole associazioni. E così gli eventi organizzato dalla Pro loco vengono sostenute anche fisicamente dalle società sportive, dai gruppi culturali, dai cori, delle compagnie di balletto tradizionale, dalle associazioni di volontariato come Avis, Croce Blu e protezione civile, per non parlare dell’apporto della compagnia barracellare pronta a schierarsi quando occorre la loro presenza. Tutto questo per rendere il paese sempre più attrattivo, per accogliere nuovi ospiti (quanto è importante il “passaparola”) cercando di mostrare le bellezze nascoste. Come il nuraghe di Santa Cadrina, letteralmente nel cuore del paese. In realtà un villaggio nuragico, con le torri principali in bella evidenza, forse un pozzo sacro (deve essere ancora studiato) e con quel che resta delle capanne che si intravede nel verde. Un villaggio nuragico tutto da indagare («ci piacerebbe scavarlo – spiega il sindaco – ma i costi sono elevatissimi») che potrebbe diventare una delle attrazioni principali del paese. Appena fuori città, poi, la miniera di manganese, dismessa a metà degli anni Cinquanta e riscoperta (nel vero senso della parola) solo un paio di anni fa. Era circondata da un immenso macchione che - come sempre - è stato eliminato dai volontari che hanno riportato alla luce uno spicchio di archeologia industriale. Ma le emergenze archeologiche, storiche e architettoniche sono tante: a partire dalla Pedra Longa, un menhir che domina la vallata che si affaccia verso Sassari, per non parlare delle chiese di Santa Rughe e di Nostra Signora della Pazienza, la prima romanica del Millecento la seconda più giovane di qualche secolo. Al confine con il territorio comunale di Ittiri, c’è poi la contesa chiesa-abbazia di Nostra Signora di Paulis. Ormai diroccata, la chiesa è stata al centro di una “guerra” fra Uri e Ittiri che, nei secoli passati, provocò più di una schioppettata. Ora la disfida è solo campanilistica: a Ittiri appartengono i resti della chiesa e del monastero, a Uri c’è invece la statua della madonnina della Nostra Signora di Paulis.

La comunità di Uri non dimentica però le proprie radici contadine e va fiera dei prodotti della terra come il vino, l’olio, il pane e i dolci. Ecco, forse dal punto di vista delle attività economiche manca quella coesione che caratterizza il sociale. Cooperative e consorzi non sono andate avanti, ma c’è ancora tempo (e volontà) per recuperare, così da poter affrontare la difficile navigazione nel mercato libero.

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