La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, il sindaco Sanna scuote il Pd: «Pronto a ricandidarmi»

di Giovanni Bua
Sassari, il sindaco Sanna scuote il Pd: «Pronto a ricandidarmi»

Il primo cittadino rompe gli indugi e si prepara alla guerra con le correnti ostili dei Dem. «Sono stato eletto dai cittadini e a loro chiederò di giudicare il mio lavoro» 

09 marzo 2018
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SASSARI. Che non avesse intenzione di passare le giornate dopo il voto a cospargersi il capo di cenere per lo tsunami elettorale lo aveva già reso chiaro a poche ore dalla chiusura delle urne. Spiegando che: «Il Pd ora deve avere il coraggio di smettere di litigare e di dare fiducia e sostegno a chi è stato eletto dal popolo, come i sindaci delle nostre città italiane, i più vicini alle proprie comunità».

Nel caso però che il messaggio non fosse arrivato abbastanza forte e chiaro il sindaco Nicola Sanna ha definitivamente rotto gli indugi spiegando, a margine del consiglio comunale di ieri: «Sono pronto a ricandidarmi alle prossime elezioni». «Sono stato eletto dai cittadini e dalle cittadine di Sassari e a loro chiederò, tra poco più di un anno, di giudicare il lavoro fatto dall’inizio del mandato fino alla sua conclusione – ha spiegato Nicola Sanna –. Sono stati tanti i progetti avviati a partire dal 2014 e obiettivo dell’amministrazione comunale sarà portarli a compimento entro maggio 2019. In questi mesi che ci separano dal termine della consiliatura, avremo cura di incontrare più spesso la cittadinanza, di confrontarci con essa, perché sarà la città a scegliere se confermare i suoi rappresentanti per un altro mandato».

«È chiaro che la valutazione andrà fatta all'interno della coalizione, una coalizione ampia, plurale, inclusiva – smorza un po’ i toni il primo cittadino – nella quale io ho creduto molto e nella quale credo ancora. Come ho già dichiarato, è necessario lavorare per il consolidamento di quella coalizione, perché si possa arrivare a nuove elezioni rafforzati e coesi. E poi sarà Sassari a esprimere il suo giudizio».

Sanna insomma, al netto delle “prudenze” di rito, mette i piedi nel piatto. Chiarendo che sarà la città, ed eventualmente una coalizione il più ampia possibile, a decidere il suo futuro a Palazzo Ducale. Ed escludendo volutamente la possibilità che a ostacolare un suo tentativo bis sia il Pd. Un chiaro avviso a quella parte del partito che, sulla certezza della sua rinuncia a fine mandato, aveva costruito il patto che, almeno fino ad ora, ha permesso alla maggioranza di Palazzo Ducale di reggere, nonostante evidenti crepe. Patto che, evidentemente, aveva però le settimane contate, con il sindaco che sembra essersi semplicemente avanti col lavoro. Ribadendo quello che in fondo è il “mantra” che l’ha portato quattro anni fa a vincere le primarie e conquistare il Palazzo: «La classe dirigente va profondamente rinnovata. Ed è da lì che si riparte per disegnare il nuovo partito democratico».

Difficile capire ora se il Pd abbia il tempo e l’energia per mettere all’ordine del giorno la questione. Quel che è certo è che il dado è, per l’ennesima volta, tratto.

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