La Nuova Sardegna

Sassari

Sgombrata la baracca in riva al mare di Elsa

La 70nne ex esponente dell’Anonima sequestri viveva tra rifiuti e topi. Il Comune le darà un alloggio

16 marzo 2018
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SASSARI. Viveva in mezzo a quintali di rifiuti e sotto la panchina che aveva trasformato nel suo letto, all’interno di una vecchia pensilina dell’autobus nel piazzale della Rotonda di Platamona, aveva trovato rifugio una colonia di topi.

Ci sono volute due ore di lavoro e ben due camion riempiti con materiale destinato alla discarica ieri mattina per rimuovere la baracca di legno e cartone di Elsa Sotgia, la 70enne sassarese che da qualche anno ha scelto di vivere a pochi passi dal mare e ha sempre rifiutato gli aiuti del Comune. La baracca era diventata un problema di igiene pubblica così ieri mattina gli agenti della polizia locale insieme ad alcuni operai comunali hanno smantellato il rifugio della donna ritenuta un’esponente dell’Anonima sequestri, condannata negli anni ’80 a vent’anni di carcere per il rapimento dell’imprenditore sassarese Pupo Troffa, sequestrato nel 1978 e rimasto per otto mesi nelle mani dei suoi carcerieri, fino al pagamento di un riscatto da 1 miliardo di lire. Non era la prima volta che il Comune interveniva per convincere la donna a trovarsi un’altra sistemazione. Già più volte negli ultimi anni le sue tende o baracche di fortuna erano state rimosse di forza dalle autorità. Ma lei ha sempre rifiutato l’aiuto dei Servizi sociali, un letto in ostello, un vero tetto sulla testa. Anche ieri mattina ha assistito in silenzio alle operazioni di sgombero. Al suo fianco un fratello e le assistenti sociali del comune che da tempo cercano di convincerla ad accettare gli aiuti di Palazzo Ducale. Negli anni ’80 Elsa Sotgia era la compagna di Antonio Felline, l’uomo che gli inquirenti identificarono come la mente che in quegli anni organizzò decine di sequestri di persona. U

na storia d'amore che Elsa ha pagato con il carcere, benché si sia sempre dichiarata innocente. Lei da quando è uscita dal carcere ha scelto di vivere senza una casa, in totale libertà, sempre in riva al mare di Platamona. Lo scorso anno una folata di vento aveva distrutto la baracca e in suo soccorso erano arrivati i “Guardian Angels” che le avevano dato un mano ripristinando le protezioni. Ora il suo rifugio in riva al mare è diventato un problema di igiene pubblica e la 70enne dovrà rassegnarsi a una nuova destinazione.

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