La Nuova Sardegna

Sassari

Le carcasse di 36 pecore in un canale a Bonorva

di Emidio Muroni
Le carcasse di 36 pecore in un canale a Bonorva

Lo smaltimento abusivo scoperto dalla Forestale in una zona vicino alla ferrovia Già individuati due dei proprietari che dovranno risarcire i danni al Comune

17 marzo 2018
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BONORVA. Il sindaco Massimo D’Agostino ha emesso un’ordinanza per lo smaltimento urgente di trentasei carcasse di ovini che sono state rinvenute dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale gettate abusivamente all’interno di un canale di scolo delle acque superficiali e sorgive, realizzato in località “Scarpa”, a protezione del tunnel della ferrovia. Il provvedimento del sindaco è stato emesso su segnalazione dell’ispettore capo Franco Corrai, comandante della stazione del corpo forestale. L’operazione è stata condotta in collaborazione con la compagnia barracellare ed il corpo di polizia municipale.

Lo smaltimento, a carattere d’urgenza, sarà eseguito da un’azienda specializzata con sede a Thiesi. I contravventori, per il momento ne sono stati identificati due, (uno proprietario di sei pecore e l’altro di quattro), dovranno provvedere a risarcire il Comune del danno arrecato.

Intanto continuano le indagini da parte dell’autorità giudiziaria per l’identificazione di tutti i proprietari. Da un primo esame dei resti pare accertato che il fatto abbia avuto una sequenza temporale abbastanza lunga e ripetuta. Gli operatori intervenuti hanno provveduto alle indagini necessarie per risalire ai titolari degli allevamenti da cui provenivano gli animali e, per il momento, hanno acquisito i codici aziendali di dieci ovini. Del fatto è stato informato il medico veterinario, di servizio nell’ospedale Manai, per l’avvio di ulteriori procedure di accertamento, con l’ausilio di “adeguati approfondimenti ispettivi e diagnostici”, che permettano di risalire alla causa della morte degli animali, anche per impedire, in caso di presenza di malattie infettive e parassiti, il propagarsi di pericolose patologie.

Per il paese si tratta di un episodio nuovo, almeno per gli effetti sanzionatori immediati che ne sortiscono. È stata scoperchiata la pentola di una situazione che va avanti da tempo, ha creato malumori e generato forti proteste da parte di numerosi cittadini che, spesso, nel transitare lungo le strade di campagna per raggiungere le proprie aziende o per una passeggiata nel verde, sono costretti, loro malgrado, a sopportare i miasmi provenienti dalle carcasse abbandonate in cunetta, sul ciglio della strada o nei parcheggi, Un costume incivile che il sindaco ha cercato di eliminare con ripetute ordinanze per invitare tutti al rispetto del decoro urbano ma che sono ignorate del tutto.

Per evitare il previsto e obbligatorio passaggio attraverso il “fastidioso” servizio sanitario, qualcuno preferisce scaricare gli animali morti in cunetta o nei posti apparentemente meno visibili e incontrollati, senza badare minimamente all’enorme danno ambientale che si crea con la deturpazione dei siti, il potenziale inquinamento delle falde acquifere, delle acque d’irrigazione e di abbeveraggio del bestiame e il conseguente propagarsi di malattie, oltre al rischio per l’igiene e la salute pubblica di chi può costante presenza di liquidi inquinati o inquinanti di natura sconosciuta.

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