La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, due giornate di pioggia: chiesa di Santa Maria in ginocchio

di Antonio Meloni
Sassari, due giornate di pioggia: chiesa di Santa Maria in ginocchio

Si aggrava ulteriormente la situazione della storica “casa” dei Candelieri Le infiltrazioni ora si sono estese anche alla parte cinquecentesca del convento

22 marzo 2018
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SASSARI. Si aggrava ancora la situazione del complesso di Santa Maria di Betlem che dopo due giorni di pioggia battente ha fatto registrare nuove preoccupanti infiltrazioni. Le pareti ormai esauste del vecchio convento che affianca l’edificio sacro, simbolo di Sassari e dei Candelieri, sono quasi allo stremo. Da quando è scattata l’emergenza, tra le incombenze quotidiane dei frati c’è il monitoraggio delle aree più compromesse, a maggior ragione dopo nubifragi intensi come quello che si è abbattuto nelle ultime ore sul Sassarese.

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Cessata la pioggia, si passa alla pietosa conta dei danni il cui bilancio, dopo ogni acquazzone, è inevitabilmente più grave. Stavolta a farne le spese è toccato alla parte cinquecentesca dove si trova la cella che ospitò il beato Francesco Zirano e l’antica ala ormai è completamente infiltrata dall’acqua piovana. Due giorni fa il pavimento del corridoio in cui si affaccia la stanzetta del martire era allagato e sulla volta fradicia è comparsa perfino la classica vegetazione verdastra che infesta gli edifici diroccati. Nella parte ottocentesca la situazione non è migliore, dalla volta di diversi ambienti viene giù acqua a stillicidio e sul soffitto di una stanza, al primo piano, sono comparsi evidenti segni di cedimento. La volta si è gonfiata in modo davvero anomalo e non è da escludere che nelle prossime ore possa collassare.

L’ala interdetta l’autunno scorso dai vigili del fuoco è in pessime condizioni al punto che gli stessi frati temono a passare nelle vicinanze. Ai francescani non è rimasto altro da fare che lanciare l’ennesimo appello accorato rivolto alle istituzioni perché si possa quantomeno avviare la messa in sicurezza del complesso usando i 680mila euro stanziati nei mesi scorsi dal ministero dei Beni culturali in sede di conferenza Stato-Regione. Sugli altri fronti tutto tace, compresi Palazzo ducale e la Regione, da cui si aspettavano novità importanti.

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Da quasi un anno Santa Maria è al centro dell’attenzione per via dei crolli dentro la chiesa e per le brutte condizioni del convento. La conta degli episodi somiglia a un dispaccio dal fronte di guerra. Tre anni fa aveva ceduto la volta della navata centrale dalla quale erano caduti dei calcinacci. Poche settimane dopo era stata piazzata la rete protettiva che ancora oggi ricopre la volta. Poi era venuta giù una porzione del rosone che orna la facciata. Negli ultimi mesi è peggiorata anche la situazione del convento, specie nella parte cinquecentesca che sorge sopra il chiostro. La chiesa non è in condizioni migliori: ad agosto scorso, poco prima della Faradda, era toccato, prima alla cappella di Sant’Antonio, poi alla volta del cupolone da cui era venuta giù una parte di calcinacci. In tutta fretta, il Comune, temendo per l’imminente cerimonia del Voto, aveva fatto montare un’altra rete. A settembre scorso, dopo un violento acquazzone, era piovuto nella sala che precede la biblioteca.

A ottobre un altro episodio relativo al cedimento di alcuni stucchi dalla volta del Coro dietro l’altare maggiore. Ieri gli ultimi aggiornamenti di una situazione che ha ormai l’andamento di una telenovela. Intanto la Faradda si avvicina a grandi passi e il rischio che la cerimonia del Voto possa saltare è un’ipotesi tutt’altro che remota.
 

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