La Nuova Sardegna

Sassari

A Codrongianos lo stadio fa litigare Comune e società

A Codrongianos lo stadio fa litigare Comune e società

Esposto alla Procura del presidente del club calcistico Dubbi sulla gestione dell’impianto: «Chiediamo chiarezza»

23 marzo 2018
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CODRONGIANOS. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state, probabilmente, le immagini delle tribune dello stadio “Giommaria Devilla” affollate come non mai in occasione del derby di Eccellenza tra lo Stintino e la Torres. Uno spettacolo insolito per Codrongianos dove la passione per il pallone è sempre stata tanta ma le occasioni per il “tutto esurito” non sono poi così frequenti. Fatto sta che proprio sull’impianto sportivo comunale si è riaccesa una polemica che sta tracimando dallo sport alla politica e che potrebbe avere un tempo supplementare non su un prato di calcio, ma su un terreno molto meno comodo, e addirittura spinoso, come possono essere le aule di un palazzo di giustizia. Al terzo piano del tribunale di via Roma, a Sassari, è infatti salita Stefania Burresi, vulcanica presidente dell’Acsd New Codrongianos, per raccontare la sua verità. Ed è stato un racconto molto dettagliato finito in un fascicolo che è ora sulla scrivania della dottoressa Carunchio. La numero uno del Codrongianos parte da lontano per denunciare quello che lei giudica un “accanimento teraupetico” nei confonti della sua società e, più in generale, del pallone codrongianese.

«Le nostre disavventure – racconta Stefania Burresi – sono cominciate tre anni fa quando è cambiata l’amministrazione comunale. Con il vecchio sindaco c’era un accordo verbale con il quale noi ci impegnavamo a rinunciare ai contributi pubblici in cambio della gestione dello stadio. Era una pratica consolidata anche perché nel paese c’era una sola squadra di calcio iscritta nei campionati federali. Il nuovo sindaco, due anni fa, ha invece deciso di indire un bando di appalto per la gestione della struttura e ci ha messo con le spalle al muro chiedendoci di saldare dieci anni di bollette Enel. Noi abbiamo provato ad aggirare l’ostacolo cambiando denominazione sociale, ma mantenendo il numero di matricola della Figc. E ci siamo comunque presentati alla gara. L’amministrazione non ci ha voluto riconoscere i titoli sportivi e ha affidato il campo ad una società amatoriale che ha, evidentemente, rapporti migliori col primo cittadino».

«L’appalto – continua la signora Burresi – scadeva nel maggio del 2017 ma è stato prorogato fino al 30 ottobre e poi fino alla fine del campionato 2017-2018. Su tutte queste cose, che consideriamo illegittime, abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica. Dai giudici ci aspettiamo quella giustizia che non siamo riusciti a ottenere in altro modo. E ci aspettiamo un po’ di chiarezza anche su altri aspetti legati alla gestione dell’impianto sportivo che sono tutt’altro che lineari».

La presidente del Codrongianos racconta di essere riuscita a giocare le gare interne nello stadio di casa dietro il pagamento di un canone di affitto di 350 euro mensile, racconta della capienza variabile delle tribune a seconda delle circostanze («A noi hanno imposto un tetto di 100 spettatori ma poi permettono ad altre squadre, vedi lo Stintino, di ospitare chi vogliono»), e della “strana” gestione del servizio bar. «A me hanno messo una multa perché al termine di una delle ultime gare casalinghe abbiamo organizzato un piccolo terzo tempo sotto una tettoia davanti agli spogliatoi ma chi gestisce la struttura gestisce anche il bar senza alcuna autorizzazione della Asl e degli altri enti competenti».

«Adesso – conclude la signora Burresi – la pazienza è davvero finita. Ho raccolto un mare di prove su come viene gestito l’impianto pubblico del paese e le ho già portate in Procura». La palla, da ieri, rotola negli uffici di via Roma. (a.l.)

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