La Nuova Sardegna

Sassari

Delitto di Alà, parti civili i parenti dell’allevatore

di Nadia Cossu

Pietro Nieddu, 47 anni, fu ucciso con un colpo di pistola nella piazza del paese I difensori dell’imputato reo confesso Antonio Baltolu chiederanno l’abbreviato

29 marzo 2018
2 MINUTI DI LETTURA





ALÀ DEI SARDI. È stata fissata per il prossimo 4 aprile la prossima udienza davanti al gup nella quale gli avvocati Lorenzo Galisai e Sergio Milia (che hanno presentato una memoria difensiva) chiederanno che il loro assistito Antonio Baltolu – accusato di omicidio volontario – venga processato con rito abbreviato. Intanto ieri, nell’udienza preliminare davanti al giudice Carmela Rita Serra, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Sebastiano Chironi i familiari della vittima Pietro Nieddu: i fratelli e i genitori.

Era stato un colpo di pistola al volto – al culmine di un furibondo litigio – a uccidere il 9 aprile dell’anno scorso ad Alà dei Sardi l’allevatore di 47 anni. L’omicida – pastore anche lui – è il 27enne Antonio Baltolu, attualmente rinchiuso nel carcere di Bancali a Sassari. Il giovane si era consegnato poche ore dopo il delitto ammettendo la propria responsabilità. Il pubblico ministero Cristina Carunchio – dopo avere valutato i risultati dell’attività svolta dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale e della compagnia di Ozieri – aveva escluso la premeditazione a carico dell’imputato mentre era rimasta in piedi l’aggravante dei futili motivi.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Pietro Nieddu venne ucciso subito dopo un litigio scaturito da una partita a “braccio di ferro”. Tutto era successo intorno alle tre del mattino di fronte al bar del paese, in piazza del Popolo. Il locale a quell’ora stava per chiudere e tra i due compaesani era cominciata una animata discussione che era poi degenerata in una tragedia senza che nessuna delle persone presenti nelle vicinanze avesse il tempo di intervenire.

Per un incredibile “gioco” del destino Pietro Nieddu proprio il 9 aprile 2017 avrebbe compiuto 47 anni e alle tre del mattino del giorno del suo compleanno era stato invece ammazzato con un colpo di pistola esploso all’altezza del volto, così come aveva stabilito anche l’autopsia.

Il nome di Baltolu aveva cominciato a circolare ad Alà dei Sardi fin dai momenti immediatamente successivi all’omicidio e il sospettato si era presentato spontaneamente ai carabinieri ammettendo di essere stato lui a sparare il colpo di pistola che aveva ucciso Nieddu.

All’imputato è contestato anche il reato di detenzione e porto di arma clandestina, ossia la pistola Beretta con matricola cancellata, e la ricettazione.



In Primo Piano
Politica

Sanità, liste d’attesa troppo lunghe La Regione: «Faremo interventi strutturali»

Le nostre iniziative