La Nuova Sardegna

Sassari

Assenteismo a Sorso l’Ats annuncia le sanzioni

di Salvatore Santoni
Assenteismo a Sorso l’Ats annuncia le sanzioni

I vertici dopo gli 11 avvisi di garanzia: «Massima collaborazione con gli inquirenti» Day after con clima surreale nel poliambulatorio. Attesa la decisione del giudice

31 marzo 2018
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SASSARI. Massima collaborazione con gli inquirenti. È questa la posizione dell’azienda per la tutela della salute all’indomani del terremoto giudiziario che ha scosso il poliambulatorio di Sorso e vede undici persone, tra loro anche medici e infermieri, iscritte nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Cristina Carunchio con l’ipotesi di reato di truffa e, solo per tre, di peculato. L’Ats si è messa disposizione per consentire alla magistratura di valutare al meglio la posizione di ogni singolo indagato e fa sapere che sta «provvedendo a porre in essere tutti gli atti necessari per dare immediata e corretta applicazione alle specifiche disposizioni di legge previste in materia di falsa attestazione della presenza in servizio».

Tradotto: i dipendenti rischiano l’applicazione della cosiddetta legge Madia, che porta dritta al licenziamento e si muove su un piano indipendentemente da quello della responsabilità penale.

Nel frattempo ieri la struttura sanitaria sorsense ha aperto al pubblico in un clima surreale, come se il terremoto non avesse scosso la routine più di tanto. Anche se l’inchiesta della Procura ha scoperchiato un andazzo che non ha precedenti in città. Alcuni degli indagati erano presenti regolarmente a lavoro ma con le bocche ben cucite. Pochi commenti anche tra gli utenti in attesa di sbrigare le classiche pratiche di esenzione ticket e cambio medico.

Lo scandalo che ha colpito la struttura sanitaria di via Sennori ha fatto calare il silenzio anche in città e sui social network. La notizia dell’inchiesta ha svelato un arcano che da settimane rimbalzava tra i titolari delle attività commerciali intorno al poliambulatorio. Nei mesi scorsi si erano infatti insospettiti per la presenza di alcune persone sconosciute che bazzicavano nella zona. In realtà erano i carabinieri del Nas, appostati per osservare i movimenti dei furbetti del cartellino. Oltre ai militari, a scrutare medici e infermieri c’erano tre videocamere, due esterne puntate sui cancelli del poliambulatorio, e una interna rivolta verso il marcatempo che attesta le presenze strisciando il badge. In questo modo gli inquirenti hanno documentato una serie di uscite dalla struttura che sono finite nero su bianco nel fascicolo dell’inchiesta della Procura.

Le abitudini dei presunti assenteisti sono le più disparate. C’è chi andava nell’edicola della figlia per aiutarla, chi usciva per andare al bar o chi mancava per due ore e andava nel negozio di frutta e verdura o in panetteria, chi in banca.

Tutti gli indagati sono stati interrogati nei giorni scorsi e ora si attende la decisione del gip rispetto all’applicazione di misure cautelari richieste dal pm. Il poliambulatorio di Sorso è una struttura dove si eseguono diverse prestazioni sanitarie e che non è nuova a situazioni strane. Alla fine del 2015 era emerso un modo molto particolare legato ai prelievi del sangue, che venivano effettuati direttamente in strada perché gli spazi interni non erano adeguati per il numero e il tipo di utenti che beneficiano del servizio. Capitava che alcuni pazienti venissero accompagnati in auto dai parenti davanti alla struttura. Ma non c’era bisogno di scendere dall’auto e entrare in ambulatorio: gli infermieri uscivano in strada armati di siringa, laccio emostatico e cotone per effettuare prelievi “pit-stop”.

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