La Nuova Sardegna

Sassari

Ex Lsu senza lavoro, cantieri ancora fermi

Da Sorso l’appello degli operai licenziati dalla Romangia Servizi: non ricevono sussidi da giugno 2017

03 aprile 2018
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SORSO. Gli ex Lsu sono sul piede di guerra. Gli operai licenziati dalla società partecipata del Comune di Sorso lamentano i ritardi nelle procedure per il loro ritorno al lavoro nei progetti dei cantieri di pubblica utilità. «Non è giustificabile che dopo tre mesi la Regione non riesca a dare risposte agli ex lavoratori socialmente utili licenziati dalla Romangia Servizi - dice il segretario confederale dell’Ugl di Sassari, Antonio Sechi -. C’è la legge, approvata in consiglio regionale lo scorso 20 dicembre con un emendamento bipartisan, e ci sono anche i finanziamenti. Ma ancora i lavoratori non sanno quando prenderanno servizio».

Negli anni scorsi gli operai erano stati prima stabilizzati e poi licenziati (nel mese di luglio del 2015) dalla multiservizi gestita dal Comune. Lo scorso dicembre era poi arrivata una soluzione per reimpiegarli in progetti mirati, grazie all’approvazione di un emendamento di sintesi Pd-Fi - primi firmatari i consiglieri regionali Antonello Peru e Gavino Manca - alla legge Finanziaria regionale.

Un paracadute che però non si è ancora aperto. Il sindacato punta il dito contro la Regione sostenendo di aver ricevuto rassicurazioni sulla tempistica della procedura. «Ci avevano assicurato che il progetto sarebbe partito entro il mese di marzo del 2018 - riprende Antonio Sechi - e invece sono trascorsi giorni, settimane e mesi. Ma i lavori non sono mai iniziati».

«Siamo di fronte a una situazione sgradevole - aggiunge il segretario confederale - e per questo motivo lavoreremo affinché alle parole facciano seguito i fatti. Auspichiamo che già dai prossimi giorni tutto l’iter burocratico venga risolto al più presto, in modo che i lavoratori procedano a firmare i loro contratti». La situazione è precipitata negli ultimi giorni, durante i quali gli animi già tesi degli ex Lsu hanno cominciato a infuocarsi.

«Invitiamo le istituzioni politiche sia locali che regionali ad attivarsi subito per risolvere le problematiche che sino a oggi hanno impedito l’avvio dei cantieri - riprende e conclude il sindacalista -. Le famiglie sono allo stremo, senza sussidio di disoccupazione dal mese di giugno del 2017 e stanche di queste continue prese in giro. Per questo chiediamo chiarezza e risposte imminenti, senza le quali siamo pronti a ogni azione sindacale sin dalle prossime ore». (s.sant.)



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