La Nuova Sardegna

Sassari

Fiamme in un deposito distrutti due camion frigo

di Salvatore Santoni
Fiamme in un deposito distrutti due camion frigo

Violento incendio in un terreno privato, lambita anche la casa dei proprietari Vigili del fuoco al lavoro per ore. Si sospetta l’origine dolosa, indaga la polizia

06 aprile 2018
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SASSARI. «È tutto bruciato, come faremo ora a lavorare?». Mentre la sua casa, qui nel silenzio di Taniga, è ancora avvolta dalla nube nera (visibile a chilometri di distanza anche sulla 131), Gianni Rais comincia a realizzare che deve ricominciare tutto daccapo. Nel cortile affianco c’è un via vai di vigili del fuoco, carabinieri e poliziotti. Sono tutti impegnati a spegnere il rogo divampato nel deposito-parcheggio che utilizzava insieme al fratello Gianfranco. La loro è una famiglia di piccoli imprenditori che lavorano nel settore dell’ortofrutta. Il primo fa la spola tra i mercatini ambulanti e il secondo gestisce un chiosco in via Pascoli, a Sassari, e ha una rivendita a Li Punti. L’ultimo operaio ha lasciato il deposito poco prima delle 16. Mentre l’allarme è scattato intorno alle 16.20, quando la famiglia di imprenditori e un loro vicino hanno cominciato a sentire dei boati, uditi anche alla periferia della città. Erano i pneumatici di due camion che saltavano per aria avvolti dalle fiamme. Che si sono propagate molto rapidamente divorando tutto il resto: due grandi celle frigo cariche di frutta e verdura; un muletto, rimasto gravemente danneggiato; un altro camion, bruciacchiato nella parte anteriore; tutte le attrezzature come bilance, gazebi, tendaggi, banchetti.

Le squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale di Sassari sono arrivate nella strada vicinale di Taniga in pochissimi minuti. E si sono ritrovate davanti un vero inferno: hanno potuto soltanto evitare che le fiamme scavalcassero nei terreni confinanti, costellati di case, e si propagassero anche all’abitazione degli imprenditori, che si trova a un palmo dal deposito.

Una colonna di denso fumo nero, visibile a chilometri di distanza, si è levata in aria e spinta dalle raffiche di vento ha ammorbato tutta la zona. Momenti di panico si sono vissuti tra i residenti della zona che, richiamati da boati continui, si sono riversati lungo la strada vicinale per capire che cosa stesse accadendo attorno alle loro abitazioni.

I carabinieri della stazione e del nucleo radiomobile e operativo della compagnia di Sassari, due volanti della polizia e i vigili urbani di Sassari hanno presidiato la zona per tenere i curiosi a distanza di sicurezza. I poliziotti hanno immediatamente delimitato l’appezzamento di terreno e atteso che i pompieri bonificassero la zona per consentire agli specialisti di valutare l’origine del rogo.

I rilievi sono stati condotti dagli ispettori dei vigili del fuoco insieme agli specialisti della polizia Scientifica della questura di Sassari.

Il deposito e i mezzi da lavoro venivano monitorati da quattro telecamere che hanno sicuramente registrato come e quando è scattato il rogo. Purtroppo però, l’hard disk del sistema di videosorveglianza era confinato in una scatola di lamiera che è stata avvolta dalle fiamme: per recuperare i dati ci vorrebbe un miracolo.

La vasta estensione del rogo non ha consentito di individuare con precisione il punto di partenza delle fiamme. Le indagini sono ancora in corso, si può dire al momento che i vigili del fuoco hanno notato che le fiamme sono divampate anche in punti diversi dal rogo principale. Inoltre, i motori delle celle frigo, posti all’esterno, dalle prime verifiche non avrebbero evidenziato segni tali da fare ipotizzare un corto circuito.

Gianni Rais è il primo a notare che quando cala il fumo i motori riappaiono pressoché intatti, e che quindi questo rogo comincia a farsi molto misterioso. «Qualche dubbio ce l’ho – dice – perché l’impianto elettrico era buono. E poi gelosie nel nostro lavoro ce ne sono. Ma arrivare a tanto…».

La conferma ai suoi timori potrebbe essere quella trovata dai vigili del fuoco sotto a uno dei camion: una tavola in legno avvolta dalle fiamme.

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