Un’Ati gestirà i siti archeologici cittadini
Affidato l’appalto a due cooperative per promuovere fino a dicembre la promozione dei luoghi storici
06 aprile 2018
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PORTO TORRES. Dopo tante parole spese sull’argomento, il Comune ha finalmente appaltato la gestione del progetto “Percorsi di Archeologia, Storia, Cultura ed Ambiente nel territorio di Porto Torres” per il periodo aprile-dicembre 2018. Ad aggiudicarselo, un’Ati tra le cooperative Turris Bisleonis Scarl e L'Ibis Soc.Coop. arl. L’associazione temporanea d’impresa tra le due cooperative che si occupano di promuovere cultura e storia turritana dovrà occuparsi, fino alla fine di quest’anno, di gestire i servizi culturali e turistici inseriti nel progetto: visite guidate nei siti d'interesse archeologico, artistico e storico, attività didattiche e laboratoriali di promozione dei beni culturali e del territorio, informazione, accoglienza e promozione turistica del territorio.
Per le due coop vincitrici si tratta di una piccola boccata d’ossigeno, piccola rispetto all’alta qualità del servizio erogato e per la limitatezza del periodo coperto dall’appalto. In queste condizioni, senza una reale continuità garantita per almeno qualche anno, è ovviamente molto difficile riuscire a programmare con serenità il futuro. Molto spesso si sostiene che, per una città che versa in uno stato quasi comatoso dopo la crisi del petrolchimico, proprio la valorizzazione delle bellezze storico-archeologiche-ambientali possa essere una delle vie per provare rinascere anche dal punto di vista economico, ma se in un luogo in cui insistono il più grande sito romano sardo da riportare in luce quasi nella sua interezza, un complesso pluristratificato come quello dell’area della Basilica ed una cintura d’età nuragica e prenuragica di particolare interesse gli investimenti in questo settore sono ridotti all’osso, è chiaro che ogni ipotesi di ripresa debba fare i conti con una difficile realtà.
Emanuele Fancellu
Per le due coop vincitrici si tratta di una piccola boccata d’ossigeno, piccola rispetto all’alta qualità del servizio erogato e per la limitatezza del periodo coperto dall’appalto. In queste condizioni, senza una reale continuità garantita per almeno qualche anno, è ovviamente molto difficile riuscire a programmare con serenità il futuro. Molto spesso si sostiene che, per una città che versa in uno stato quasi comatoso dopo la crisi del petrolchimico, proprio la valorizzazione delle bellezze storico-archeologiche-ambientali possa essere una delle vie per provare rinascere anche dal punto di vista economico, ma se in un luogo in cui insistono il più grande sito romano sardo da riportare in luce quasi nella sua interezza, un complesso pluristratificato come quello dell’area della Basilica ed una cintura d’età nuragica e prenuragica di particolare interesse gli investimenti in questo settore sono ridotti all’osso, è chiaro che ogni ipotesi di ripresa debba fare i conti con una difficile realtà.
Emanuele Fancellu
