La Nuova Sardegna

Sassari

Muros, tra siti archeologici e il sogno di accogliere Ikea

di Luca Fiori
Muros, tra siti archeologici e il sogno di accogliere Ikea

Il piccolo centro di 800 anime punta sul suo passato e sulla zona industriale

08 aprile 2018
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INVIATO A MUROS. Quando un anno e mezzo fa una coppia di aquile reali ha scelto - per costruirsi il nido - il costone di roccia dietro il paese, a Muros hanno pensato a un segno premonitore. Se il più grande rapace d’Europa, rarissimo in Sardegna, ha individuato tra queste colline il luogo ideale per far crescere i suoi cuccioli, il futuro di questo centro di poco più di 800 abitanti - hanno pensato i muresi - per i prossimi anni non potrà che essere baciato dalla fortuna.

Ma c’è di più. L’aquila reale, da sempre immagine di forza, intelligenza e coraggio, quando ha sorvolato questo paesino arrampicato sulle colline per cercare casa, non ha scelto un luogo qualsiasi. Il nido è stato costruito con cura sul picco calcareo di “Cane ’e Chervu”, punto strategico del territorio e luogo ricco di storia e leggende legate al paese.

Il picco era infatti un riferimento visivo per i viaggiatori dell’Ottocento: quando vedevano all’orizzonte il profilo del cane che stava per aggredire il cervo, capivano che Sassari era ormai vicina. E la città è effettivamente a un tiro di schioppo da qui. Ed è proprio per questo che pochi anni fa diverse famiglie di sassaresi - un po’ come hanno fatto le aquile reali - hanno costruito casa da queste parti, nella nuova lottizzazione approvata dal Comune. «La popolazione è cresciuta in pochi anni di circa cento unità - spiega con orgoglio il giovane sindaco Federico Tolu, alla guida del paese da quasi due anni - e ne siamo molto felici. Il nostro progetto più ambizioso è ora quello di rilanciare la zona industriale con l’intento di creare nuove possibilità di sviluppo».

L’amministrazione ha partecipato di recente a un bando del ministero dell’Interno, al quale sono state avanzate richieste di finanziamento per più di cinque milioni di euro per la messa in sicurezza dell’intero territorio, e in particolare della zona industriale per un grande rilancio del tessuto produttivo.

E che la zona sia effettivamente molto appetibile anche da parte di grosse aziende lo dimostra il fatto che poco tempo fa bussò alle porte del municipio addirittura la multinazionale svedese Ikea, che sondò la possibilità di aprire da queste parti uno dei suoi megastore. «Non se ne fece niente - si rammarica il primo cittadino - ma non è detto che in futuro l’occasione non possa ripresentarsi».

Per farlo sarà però necessario mettere in campo una serie di migliorie all’interno di una zona industriale nata negli anni Ottanta e ancora oggi senza un consorzio. Il grosso del finanziamento richiesto al Ministero dovrebbe servire per creare infrastrutture, sistemare strade e mettere basi solide per incentivare l’arrivo di nuove aziende che possano alzare il livello occupazionale, non solo del paese ma dell’intero territorio.

Ma tra le fonti di ricchezza di questo centro del Coros che tra le curiosità annovera quella di condividere il cimitero con il paese vicino Cargeghe, non si può dimenticare il patrimonio archeologico. Tra i siti più interessanti in zona “Sa Turrìcula”, un raro esempio di insediamento del Bronzo antico che ha dato il nome alla primissima fase dell’età nuragica.

E poi la “Grotta dell’inferno” in cui sono state trovate le prime tracce umane della zona, risalenti addirittura a al Neolitico antico (6000 a.C.). Ricchezze inestimabili su cui il paese, che nei primi mesi di quest’anno ha già festeggiato cinque nuove nascite (una in più di tutto il 2017), vuole puntare per attirare su queste colline e in queste valli in cui il rio Mascari si apre la strada verso il mare, un flusso turistico che porti ricchezza, non solo economica, ed entusiasmo.

Lo stesso regalato al paese e ai suoi abitanti dal volteggiare imperioso di due aquile reali che non a caso hanno preso la residenza da queste parti.

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