La Nuova Sardegna

Sassari

Marito e moglie condannati per truffa

di Nadia Cossu
Marito e moglie condannati per truffa

I due (lui è un agente) accusati di aver raggirato alcune persone. La difesa: ricorreremo in appello

11 aprile 2018
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SASSARI. Condannata a due anni e otto mesi la moglie e a due anni il marito (pena sospesa). Un’inchiesta complessa quella che a giugno del 2015 aveva fatto finire ai domiciliari Eugenia “Genny” Cabizza e suo marito poliziotto (sospeso dal servizio) Vincenzo Porcheddu. Ieri davanti al gup Carmela Rita Serra si è concluso il processo per truffa aggravata nei confronti dei due imputati che erano stati arrestati durante un blitz della squadra mobile.

Secondo le accuse, Cabizza e Porcheddu non avevano esitato a speculare su alcune persone in difficoltà economica: disoccupati, precari e anche un commerciante.

I fatti risalgono al 2014 e ai primi mesi del 2015. Truffe di vario genere quelle contestate alla coppia. Ad esempio, per arredare la casa nuova, marito e moglie avevano scelto di acquistare i mobili ad Alghero. «Con artifici e raggiri – scriveva il pm – avevano ottenuto la disponibilità di mobili per un valore complessivo di circa 17mila euro. Al commerciante avevano raccontato di non poter attivare un finanziamento in quanto era già in corso un mutuo per l’acquisto della casa (cosa non risultata vera). Qualificandosi come sottufficiale della polizia, Vincenzo Porcheddu aveva compilato e firmato una cambiale del valore di 10mila euro mai onorata. A un disoccupato di 50 anni di Sennori, invece, avevano promesso l’assunzione a tempo indeterminato nello stabilimento della Fiamma 2000 a Porto Torres. All’uomo sarebbero stati portati via 8400 euro. E poi la presunta truffa ai danni di una coppia di Florinas che si era rivolta alla Cabizza per una consulenza sulla dichiarazione dei redditi. In quella occasione sarebbero stati sottratti oltre 5600 euro. La coppia era stata convinta di avere maturato una evasione fiscale (da sanare) e di essere destinataria di cartelle esattoriali per mancati pagamenti di bolli e di una successione ereditaria. I legali dei coniugi – gli avvocati Nicola Lucchi e Daniela Sabino – dopo la sentenza di condanna hanno annunciato il ricorso in appello: «Nell’interesse dei nostri assistiti che continuano a sostenere di essere estranei ai fatti contestati, non appena verrà depositata la motivazione – per la quale il gup ha indicato il termine di 90 giorni – provvederemo a impugnare la pronuncia di primo grado e depositare i motivi di appello davanti ai giudici di secondo grado a dimostrazione del fatto che le circostanze così come raccontate dalle persone offese (peraltro solo due su cinque si sono costituite parti civili) non corrispondono alla realtà dei fatti».



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