La Nuova Sardegna

Sassari

Consorzio, il Pd scoppia sulla mozione anti-Taula

di Giovanni Bua
Consorzio, il Pd scoppia sulla mozione anti-Taula

Il sindaco spara ad alzo zero sui firmatari, la maggioranza si spacca in due Alla fine manca il numero legale con le opposizioni che chiedono: tutti a casa

13 aprile 2018
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SASSARI. E alla fine la tragica resa dei conti che doveva andare in scena ieri pomeriggio a Palazzo Ducale è finita con una assai poco grandiosa sospensione per mancanza del numero legale. Non che le “punte” drammatiche siano state assenti: due maxi sospensioni, l’ultima durata fino alle 21, la richiesta delle opposizioni riunite da una mozione di sfiducia a Nicola Sanna, un intervento fiume del sindaco nel quale ha sparato ad alzo zero sui consiglieri del “suo” Pd, chiamati in causa uno ad uno, con nome e cognome, interrogati come un prof arrabbiato fa con gli alunni un po’ pelandroni.

Chiamati a rispondere dei minimi dettagli della mozione-blitz presentata «con urgenza», che chiedeva al sindaco di silurare il presidente del Consorzio industriale provinciale, Pasquale Taula e annullare il licenziamento del dg Luigi Pulina e la conseguente nomina del suo successore Salvatore Demontis. Mozione letta dalla capogruppo Dem Carla Fundoni, con un’aula che già rumoreggiava e buona parte della maggioranza pronta a non prendere parte a quella che giudicava solo «una resa dei conti».

E resa dei conti è stata. Con Nicola Sanna che ha parlato lento e a lungo. Delle «preoccupazioni tendenziose», delle confusioni tra «attività politica e di gestione», delle «pressioni indebite, che a nessuno è consentito fare». Un intervento che non ha risparmiato nessuno. E dal quale, comunque vada la partita sul Consorzio, difficilmente ci potrà essere un ritorno.

Perché il gruppo di consiglieri Pd che ha firmato il j’accuse comportandosi «come io mai mi sono permesso da assessore» e rifiutando fino all’ultimo giorno «gli inviti a istituire la pratica Cip nei giusti luoghi, che altro non sono che le commissioni» è solo parte del bersaglio del sindaco, che con una sorniona aria paterna li ha invitati a «studiare, approfondire, indagare» e non «facendo sparate» senza capo ne coda. Ma il vero messaggio è diretto a chi li ha «mandati avanti». In nome «di antipatie politiche che cambiano a ogni fil di vento. E a cui sono purtroppo abituato. Antipatie a cui non consentirò di sconfinare in ingerenze gestionali, in temi, come gli atti di Taula, che saranno oggetto di discussione del tribunale del lavoro e della corte dei conti. E su cui io mi guardo bene dall’intervenire. Men che mai sulla base di informazioni sommarie, lacunose, sbagliate».

Un’ora abbondante nella quale Sanna viviseziona ogni riga della mozione, rispondendo nel merito su progetti, strategie, fondi, revoche, bilanci. Dando qui e lì qualche stoccata al commissario straordinario della Provincia Guido Sechi, che invita a rimpiazzare i due delegati del Cda dimissionari: «è un atto dovuto, più che mai da un commissario, che non è un autorità politica, e che sono sicuro che non vorrà essere commissariato a sua volta». Ma anche al dimissionario Francesco Apeddu: «Che spero venga in commissione Bilanci, con la sua decennale esperienza interna ed esterna nel Consorzio, a raccontarci i passaggi di mancata trasparenza e di scarsa collegialità che lo hanno così afflitto».

Un’ora di intervento che lascia attonita l’aula, impegnata a compulsare cellulari. Con il consigliere Giampaolo Manunta che chiede una nuova sospensione. Perché molti in maggioranza, anche dentro il Pd, a quella resa dei conti avevano già deciso di non partecipare. Con le minoranze che, stupite per tanta grazia, si compattano e chiedono per bocca del M5S Maurilio Murru di «trasformare questa mozione in una mozione di sfiducia per il sindaco. Perché il documento contraddittorio e discutibile che avete presentato non parla del consorzio. È solo il tentativo di coinvolgere la città in questioni vostre. Nei mal di pancia vostri e di chi sta dietro di voi. E allora basta prenderci in giro. Se avete tanto mal di pancia andiamocene tutti a casa».

Alla fine tutti a casa ci vanno per mancanza di numero legale. E alla prossima seduta si riprende. Di nuovo caricati a molla dal week-end di incontri e caminetti. O magari sazi per l’ennesima tragicommedia andata in scena.

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