La Nuova Sardegna

Sassari

Consorzio, ora nei Dem si tratta

di Giovanni Bua
Consorzio, ora nei Dem si tratta

Mediatori al lavoro dopo il clamoroso scontro in Consiglio con il sindaco Sanna “mattatore”

14 aprile 2018
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SASSARI. Dopo la battaglia in consiglio i Dem provano a salvare la faccia, mettendo in piedi una complessa trattativa per evitare che nella seduta di martedì si arrivi alla drammatica conta. L’opzione sul tavolo già dall’altro ieri notte è quella di rimettere mano pesantemente alla mozione anti-Taula, nella quale il gruppo consiliare Pd chiedeva al sindaco di silurare il presidente del Consorzio industriale provinciale e annullare in autotutela il licenziamento del direttore generale Luigi Pulina da lui disposto e la conseguente nomina del suo successore Salvatore Demontis.

Sarebbe proprio quella («la sentenza») la parte che si starebbe pensando di cassare, portando così in aula un documento un po’ più manovrabile, nel quale ci si limiterebbe ad esprimere preoccupazione per i conti e per il futuro del consorzio, impegnando il sindaco e la giunta a vigilare.

Una possibilità tutta da verificare. Anche perché le scorie del dibattito di giovedì, con il sindaco che ha sparato ad alzo zero sui «suoi» consiglieri e su chi «gli stava dietro», sono tutt’altro che smaltite. Prova ne sia la riunione che ha poi portato alla sospensione della seduta per mancanza di numero legale, durante la quale la maggioranza, e lo stesso gruppo Pd, sono letteralmente andati in pezzi. Mentre monogruppo e civiche tenevano duro sul fatto che avrebbero abbandonato l’aula al momento del voto se la mozione non fosse stata ritirata e il dibattito trasferito in commissione, anche alcuni dei firmatari Dem hanno iniziato a sfilarsi, aggiungendosi al gruppetto che già aveva preso le distanze dalla “resa dei conti”. A tenere il punto la capogruppo Carla Fundoni, e il presidente della commissione Bilancio Salvatore Sanna, contro cui il sindaco era stato particolarmente duro nel suo j’accuse in aula indicandolo come «principale responsabile di una conduzione della vicenda sconclusionata e inconcludente e di una condotta politicamente omissiva». Per loro il passaggio in commissione era, e resta, inaccettabile, con Salvatore Sanna che avrebbe provato anche a invocare una non competenza dell’organo da lui diretto, che in realtà ha invece la responsabilità di patrimonio, attività produttive e società partecipate, e che proprio Taula aveva già convocato in audizione lo scorso 16 novembre, aggiornando poi la seduta. Schermaglie, finite con la “fuga” dall’aula e l’aggiornamento della seduta a martedì.

Seduta a cui, rimanendo nell’angusto recinto degli equilibri Pd, il sindaco si presenta in forma smagliante. Avendo, per la prima volta, rotto il “blocco” del gruppo consiliare Dem che, spesso in teoria ma in molti passaggi anche in pratica, lo ha tenuto sotto scacco fin dall’inizio del mandato.

Davvero una magra soddisfazione se si allontana solo un po’ lo sguardo. Il Pd appare infatti in prenda a una evidente crisi di nervi, e il resto della maggioranza inizia a stancarsi del cupio dissolvi che si respira a pieni polmoni in viale Mazzini. Come il resto della città, d’altronde, che dopo 5 ore di consiglio dedicate di fatto a una baruffa interna, si interroga sul fatto se queste siano le vere priorità.

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