La pista ciclabile ridotta a una gruviera
Il percorso che collega il porto a Balai Lontano ostaggio di buche, immondizia ed erbacce
14 aprile 2018
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PORTO TORRES. Con l’arrivo della bella stagione, la pista ciclabile si popola di amanti del jogging, della bici o di una semplice passeggiata. Non solo i portotorresi, ma anche tanti sassaresi e turisti camminano sul lungomare ammirati per il paesaggio e arrabbiati per il degrado che colpisce uno dei punti più rappresentativi della città da anni sistematicamente trascurato.
Non basta infatti - quando capita - un rattoppo qua e là: l’estetica non ne giova, ma soprattutto non traggono benefici le caviglie dei runner e le ruote delle bici. La ciclabile collega di fatto il porto con la chiesetta di Balai Lontano, con una diramazione anche nella “bretella” e la potenzialità d’arrivare a Platamona. Ma, ovviamente, prima di pensare di giungere a Platamona, meglio ripristinare integralmente i tratti già esistenti. I tasti dolenti sono noti a tutti ormai da tempo: nel tratto nuovo, quello che dal porto arriva a Balai, il marciapiede è tanto pericoloso, con le fughe che sporgono di qualche centimetro dal pavimento, che chiunque preferisce invadere la ciclabile mettendo a rischio se stesso e i ciclisti.
Nel tratto seguente, quello storico che unisce le due chiesette di Balai Vicino e Lontano, al contrario i ciclisti preferiscono procedere sulla strada piuttosto che rischiare gomme e cadute sulla ciclabile, che si può definire senza tema di smentita un susseguirsi di buche più o meno larghe e profonde tanto che in alcuni punti per diversi metri il cemento è sparito e si scorgono solo le griglie in ferro della base. Non sono poche le persone cadute anche di recente. Tra le migliorie, oltre ad un fondo totalmente nuovo, anche il ripristino di alcuni tratti di delimitatori abbattuti e nuovi boxini elettrici in luogo di quelli sfondati sul pavimento. Stesse problematiche - fondo fatiscente, erbacce, immondizie - anche nella bretella.
Emanuele Fancellu
Non basta infatti - quando capita - un rattoppo qua e là: l’estetica non ne giova, ma soprattutto non traggono benefici le caviglie dei runner e le ruote delle bici. La ciclabile collega di fatto il porto con la chiesetta di Balai Lontano, con una diramazione anche nella “bretella” e la potenzialità d’arrivare a Platamona. Ma, ovviamente, prima di pensare di giungere a Platamona, meglio ripristinare integralmente i tratti già esistenti. I tasti dolenti sono noti a tutti ormai da tempo: nel tratto nuovo, quello che dal porto arriva a Balai, il marciapiede è tanto pericoloso, con le fughe che sporgono di qualche centimetro dal pavimento, che chiunque preferisce invadere la ciclabile mettendo a rischio se stesso e i ciclisti.
Nel tratto seguente, quello storico che unisce le due chiesette di Balai Vicino e Lontano, al contrario i ciclisti preferiscono procedere sulla strada piuttosto che rischiare gomme e cadute sulla ciclabile, che si può definire senza tema di smentita un susseguirsi di buche più o meno larghe e profonde tanto che in alcuni punti per diversi metri il cemento è sparito e si scorgono solo le griglie in ferro della base. Non sono poche le persone cadute anche di recente. Tra le migliorie, oltre ad un fondo totalmente nuovo, anche il ripristino di alcuni tratti di delimitatori abbattuti e nuovi boxini elettrici in luogo di quelli sfondati sul pavimento. Stesse problematiche - fondo fatiscente, erbacce, immondizie - anche nella bretella.
Emanuele Fancellu
