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Sassari

Aou, esplode il caso delle retribuzioni sbagliate da 11 anni

Aou, esplode il caso delle retribuzioni sbagliate da 11 anni

I sindacati: «Dirigenti medici discriminati, facciamo causa». Cento camici bianchi ancora privi dell’incarico professionale

17 aprile 2018
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SASSARI. Se non ci fossero soldi di mezzo, cosa che rende tutto più prosaico, si potrebbe dire che si tratta di una questione di principio. Da quasi undici anni, a Sassari e solo a Sassari, una voce della retribuzione dei dirigenti medici dell’Azienda ospedaliera universitaria non viene calcolata come si calcola in tutto il resto d’Italia. E si sentono vittime di una discriminazione incomprensibile. Senza entrare nel merito di complicate spiegazioni tecniche, basti sapere che gli stipendi dei dirigenti medici dell’Aou sassarese sono più bassi di quelli dei loro colleghi che lavorano a Oristano, a Cagliari, a Napoli o a Perugia. Questo a causa di un errore compiuto nel lontano 2007 e che si trascina negli anni.

La Regione, consapevole dello sbaglio, non ha ancora trovato la soluzione e nel frattempo il suo debito nei confronti dei dottori sassaresi aumenta mese dopo mese. Secondo le stime, si tratta di una montagna di denaro che varia dai cinque ai sette milioni di euro. I creditori sono tutti i dirigenti medici in servizio nel 2007 e gli altri assunti da quell’anno a oggi. Presto l’ingarbugliata questione potrebbe finire sul tavolo di un magistrato con una causa pilota che chiuda un contenzioso sulla costituzione dei cosiddetti “fondi contrattuali” che vengono assegnati ai dirigenti medici di tutta Italia secondo parametri stabiliti dal contratto nazionale di lavoro e dagli accordi regionali che lo applicano nei diversi territori. Non solo a Sassari, da undici anni, i camici bianchi percepiscono una somma inferiore rispetto ai loro colleghi.

L’errore produce effetti anche sulle progressione di carriera. I sindacati di categoria accusano: «Cento medici sono ancora privi dell’incarico professionale e della relativa retribuzione di posizione». Un pasticcio. A dissotterrare l’ascia di guerra, ponendo fine a una lunga e paziente attesa costellata di vertenze, sono state nei giorni scorsi tutte le sigle sindacali con un documento che contiene l’annuncio di azioni legali. È successo dopo una “nota applicativa” dell’assessorato regionale alla Sanità, attesissima perché doveva finalmente chiudere il contenzioso, e che invece ha avuto l’effetto di far infuriare i rappresentanti dei sindacati Aaroi-Emac, Anaao-Assomed, Anpo-Ascoti-Fials Medici. E ancora: Cgil, Cisl e Uil dei medici, Fassid, FDesmed, Fvm. È successo che a marzo il collegio sindacale ha chiesto alla Regione che i fondi contrattuali venissero ricalcolati a partire dall’anno 2007 «nel rispetto delle linee di indirizzo regionali – si legge in una nota dei sindacati di categoria – e una successiva delibera di giunta regionale del 18 luglio 2017 che confermava questa indicazione».

«Sembrava finalmente risolto il contenzioso datato dieci annitra Aou e organizzazioni sindacali dei medici – scrivolo i sindacalisti – ma l’assessorato regionale (direttore regionale) magicamente ha tirato fuori dal cilindro una “nota appliucativa” valida esclusivamente per i medici dell’Aou di Sassari». In estrema sintesi, con quella note l’apparato tecnico dell’assessorato guidato da Luigi Arru ( che ha ereditato il problema dai suoi predecessori) taglia cinque anni di debito. «In questa azione ingiusta e iniqua – attaccano i sindacati – la direzione generale dell’Aou temporeggia e non prende posizione a tutela della dirigenza medica, nonostante l’evidente assurdità della nota dell’assessorato».

Quindi la dichiarazione di guerra: «per tutelare i nostri diritti ma soprattutto la nostra futura pensione – scrivono i medici – siamo costretti nostro malgrado a costituirci presso tutte le sedi opportune, anticipando spese legali che saranno comunque recuperate per sicura soccombenza dell’azienda. Peraltro con costi futuri aggiuntivi e certi, inquadrabili nella fattispecie di danno erariale». (d.s.)

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