La Nuova Sardegna

Sassari

Dopo lo strappo sul consorzio nel Pd arriva la resa dei conti

di Giovanni Bua
Dopo lo strappo sul consorzio nel Pd arriva la resa dei conti

Domani una decisiva riunione di giunta con gli assessori di area Spissu che potrebbero dimettersi Lo “sgambetto” definitivo al sindaco potrebbe arrivare al momento di approvare il bilancio 

19 aprile 2018
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SASSARI. L’escalation in casa Dem è iniziata. E il problema non è più se dichiarare o meno la guerra, ma semplicemente quando e come fare la prossima mossa. Una cosa è certa: dalla gazzarra di martedì, con il surreale balletto sulla mozione anti–Taula presentata, emendata e infine bocciate dalle diverse anime del Pd in lotta, non si può tornare indietro. E lo scontro tra il sindaco Nicola Sanna e l’area Spissu-Lai del partito, rappresentata a Palazzo Ducale, per rimanere alle cariche apicali, dalla presidente del consiglio comunale Esmeralda Ughi, dalla capogruppo Carla Fundoni e dal vicesindaco e assessore all’Ambiente Fabio Pinna, (ma anche dall’assessora Alba Canu, vicina a Gianfranco Ganau) sarà all’ultimo sangue.

Non una guerra a basso voltaggio dunque, come di fatto va avanti dall’insediamento di Sanna, ma una rottura ufficiale, che potrebbe arrivare già domani, nella consueta riunione di giunta, alla quale i due assessori Pinna e Canu potrebbero presentarsi dimissionari, o non presentarsi affatto. O essere rimandata al massimo di un giorno, con una ancora non annunciata, ma sembra molto probabile, comunicazione ufficiale della capogruppo Carla Fundoni.

Quel che appare certo è che ciò che rimane del gruppone Pd non teme di restare all’angolo, come ha ampiamente dimostrato portando avanti in aula un braccio di ferro che già prima di iniziare la seduta si sapeva essere perdente. Con i “capicordata” che sono sicuri di poter ricucire il momentaneo strappo con i consiglieri di area-Manca, defilatisi sulla patata bollente del Consorzio ma sicuramente non teneri nei confronti del primo cittadino, e insieme riprendere l’attacco frontale al sindaco.

Difficile però capire quale gli esiti di questa guerra aperta potrebbero essere. Ammesso che, come sostengono alcune ardite interpretazioni regolamentari, la finestra elettorale rimanga aperta fino al 30 aprile, è di fatto impossibile ipotizzare che 18 consiglieri vadano dal notaio a formalizzare le loro dimissioni per far cadere la giunta. Anche perché l’atto formale dovrebbe avere il via libera da parte delle segreterie cittadina e provinciale, pena l’espulsione dal partito dei “dissidenti”. Più credibile ipotizzare uno sgambetto sull’approvazione del Bilancio, in programma il 30 aprile, con la conseguente messa in mora del sindaco da parte della Regione e, dopo un richiamo formale, il commissariamento automatico del Comune. In questo caso però le residue forze Dem potrebbero non bastare, perché a soccorrere il sindaco arriverebbero probabilmente anche i voti delle opposizioni, assolutamente contrarie all’ipotesi commissariamento. Rimane la “carta” della guerra di logoramento, che ha però già dimostrato di avere decisamente pochi effetti sul sindaco Sanna, che sgretolato il principale partito di opposizione in aula (il suo) gode, nonostante la tempesta, di ottima salute.

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