La Nuova Sardegna

Sassari

Dialogo diportisti-Capitaneria per i problemi del porto turistico

di Gavino Masia

Avanzate proposte per cercare di bloccare il trasferimento in unica soluzione delle 170 imbarcazioni L’alternativa potrebbe essere quella dello spostamento graduale con l’avanzamento dei lavori

20 aprile 2018
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PORTO TORRES. Il rappresentante dei 170 proprietari delle imbarcazioni ormeggiate nel porto turistico ha incontrato ieri mattina il comandante della Capitaneria di porto per illustrare le proposte che possano scongiurare lo sgombero totale delle unità da diporto dagli specchi acquei. Il molo è infatti senza alcuna gestione da oltre due anni e l’Autorità di sistema portuale ha deciso di emettere una ordinanza di sgombero di tutte le barche presenti per iniziare gli interventi sui pontili calcolabili in circa 300mila euro. I diportisti non hanno trovato in queste settimane nessuna sistemazione per le loro imbarcazioni - considerando gli spazi acquei presenti nel porto commerciale - e ieri mattina si sono presentati in gran numero davanti all’ingresso dell’Autorità marittima per esprimere la loro forte preoccupazione ad appena un mese dall’inizio della stagione estiva. I risultati dell’incontro tra il rappresentante dei diportisti, Francesco Gianino, e il capitano Emilio Del Santo sono stati comunque soddisfacenti, ma ora sono i proprietari delle barche che devono avanzare delle proposte fattibili che saranno poi valutate da Capitaneria, Authority e Comune. «Secondo noi sarebbe percorribile l’ipotesi di spostare volta per volta le imbarcazioni da un pontile all’altro – ha detto Gianino –, visto e considerato che il quarto pontile è stato dichiarato agibile e quindi utilizzabile come appoggio provvisorio e temporaneo durante la manutenzione del bordo banchina». Quel pontile ha un fondale di 3 metri e mezzo e al momento è occupato da 4 imbarcazioni. «Chiediamo una soluzione per spostare temporaneamente le barche – ha aggiunto Gianino –, insomma, soprattutto quelle in resina con tanto di albero che rischierebbero di andare a fondo dall’oggi al domani». Chi potrebbero subire contraccolpi dallo sgombero delle 170 barche sono anche gli operatori nel campo della nautica. «Ho investito i miei risparmi per creare una ditta specializzata nel riparo imbarcazioni – ha ricordato Aurel Bratu – e se le barche dei diportisti andranno via dal molo subirò danni gravissimi e non so se poi riuscirò a tenere in piedi l’azienda». Problemi che si ripercuotono anche sull’indotto occupazionale che ruota attorno alla nautica, quindi, e sui cui la comandante della Capitaneria ha cercato di dare suggerimenti ai diportisti per avanzare proposte concrete all’attenzione degli enti. «Le idee devono però partire dai proprietari delle imbarcazioni – ha precisato il capitano di Fregata – e non devono riguardare spostamenti di pescherecci in altre aree del porto perché stiamo parlando di gente che lavora in mare per mantenere le famiglie. Una soluzione potrebbe essere invece lo spostamento della barche da diporto nel quarto pennello del molo turistico – prosegue Del Santo – e una parte della banchina di levante, in attesa che il molo venga affidato a nuovi concessionari».

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