La Nuova Sardegna

Sassari

Vernici e rifiuti speciali “smaltiti” al campo Rom

di Gavino Masia
Vernici e rifiuti speciali “smaltiti” al campo Rom

Denunciati dai carabinieri e dal Noe un portotorrese di 43 anni e due nomadi L’imprenditore consegnava materiale pericoloso per buttarlo illegalmente

22 aprile 2018
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PORTO TORRES. Un imprenditore turritano si è servito di due nomadi per abbandonare rifiuti speciali e altro materiale pericoloso per la salute all’interno del campo Rom di via Ponte Pizzinnu. L’illecito non è però sfuggito ai carabinieri della compagnia di Porto Torres che – col supporto dei militari in servizio al Noe di Sassari – hanno denunciato in stato di libertà il 43enne portotorrese e i due nomadi. I responsabili dovranno inoltre rispondere del reato di abbandono di rifiuti previsto dal Testo unico ambientale e ripristinare lo stato dei luoghi e smaltire i rifiuti a proprie spese ricorrendo ad una ditta specializzata.

I carabinieri, al comando del capitano Romolo Mastrolia, hanno posto sotto sequestro anche tutti i fusti di prodotti chimici non più utilizzabili e nocivi per la salute. L’indagine dei militari ha seguito le tracce di A.N. - l’imprenditore titolare di una società operante nel settore della rivendita di materiali per l’edilizia – che aveva necessità di smaltire numerosi fusti contenenti vernici e solventi pericolosi perché doveva cedere a dei nuovi acquirenti il capannone utilizzato per lo stoccaggio del materiale.

Tinte ormai inutilizzabili e divenuti per questo motivo rifiuti pericolosi da portare in discarica autorizzata. Lo smaltimento condotto secondo norma e da una ditta specializzata nel settore avrebbe però determinato una spesa di oltre 20mila euro.

Un “ostacolo” che non andava bene all’imprenditore, che per far sparire quei fusti ha preferito rivolgersi a due nomadi residenti nel campo. Voleva risparmiare illegalmente, per poco meno di un migliaio di euro, facendo spostare le sostanze inquinanti dal suo capannone all’area dove vivono sette famiglie Rom con bambini.

Nello stesso campo sosta nomadi sono presenti da circa un anno anche montagne di rifiuti raccolti e differenziati per tipologia dagli stessi rom, che aspettano però di essere ritirati da una ditta incaricata dall’amministrazione comunale. Un camion con il “ragno” doveva infatti fare piazza pulita di quella discarica a cielo aperto, tra l’altro visibile dalle auto e dai pedoni che passano da quelli parti per andare a visitare i loro cari al nuovo cimitero comunale. I residenti del campo lamentano poi lo stato decadente di alcune casette in legno, a rischio crollo perché marce e piene di buchi da dove entrano insetti di ogni tipo. Con l’avvicinarsi del periodo caldo i residenti adulti ritengono comunque necessaria una disinfestazione di tutta l’area e chiedono soprattutto al Comune che venga distribuita la medicina per i ratti che continuano a scorazzare indisturbati tra i rifiuti ancora da ritirare. Problemi che si sovrappongono l’uno all’altro e che creano all’interno del campo una precaria situazione igienico-ambientale da tenere in debita considerazione. Problemi che dovrebbero essere analizzati, e possibilmente risolti, dal comitato di gestione del campo nomadi. Un organismo tecnico-politico ricostituito dopo sei anni con tanta voglia di lavorare e con il compito principale di sovrintendere alle attività dell’area dove è sorto il campo sosta. Tante belle intenzioni rimaste però solo sulla carta.

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