La Nuova Sardegna

Sassari

Non falsificarono il referto, due medici prosciolti dal gup

di Nadia Cossu
Non falsificarono il referto, due medici prosciolti dal gup

Denunciati da una donna visitata al Segni dopo una caduta No al processo per primario e vice del pronto soccorso

25 aprile 2018
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OZIERI. Occultamento di atto vero e falsità ideologica. Questi i reati contestati nel 2012 a due medici (primario e vice) del pronto soccorso dell’ospedale “Segni” di Ozieri. Il pubblico ministero Enrica Angioni in udienza preliminare ha chiesto il rinvio a giudizio ma al termine della discussione della Procura e degli avvocati della difesa Antonio Secci e Arianna Denule, per i due medici (che avrebbero potuto rischiare una condanna a sei anni) è arrivata invece una sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste.

I fatti risalgono a sei anni fa. Una donna anziana era stata accompagnata dalla nuora al pronto soccorso di Ozieri perché dopo una caduta in casa aveva una piccola ferita sulla palpebra dell’occhio destro. Stando alla denuncia che la donna presentò ai carabinieri, il medico che visitò la suocera non la sottopose ad accertamenti approfonditi rilasciandole un referto di dimissione nel quale risultava che era stata sottoposta a visita generale. E sempre secondo il racconto della nuora all’anziana venne poi fatta una Tac solo per intercessione del medico di famiglia. Dall’esame era emersa una frattura della mascella, per questo era stata trasportata all’ospedale di Sassari per essere sottoposta a un intervento che però lei aveva rifiutato.

Quando la donna fece notare questa (presunta) “leggerezza” del primo medico al primario del pronto soccorso, quest’ultimo avrebbe sottratto – questo risulta nella denuncia – il primo referto sostenendo che era stato distrutto e ne avrebbe stampato un altro in cui risultava modificata la data delle dimissioni.

Diametralmente opposta la tesi della difesa. Tanto per cominciare il primo medico avrebbe deciso autonomamente – quindi senza alcuna intercessione – di prescrivere la Tac, opportuna perché la paziente aveva rimesso. E sempre lui aveva disposto una visita immediata a Sassari perché la Tac rilevava un problema a livello maxillo-facciale. Secci ha inoltre spiegato che il primario aveva sì modificato l’ora ma perché c’era stato realmente un errore in quanto la dimissione andava registrata nel momento in cui la paziente era tornata con l’ambulanza a Ozieri dall’ospedale di Sassari e non prima. Tesi che ha trovato in accorso il giudice Michele Contini.

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