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Caritas: l’integrazione si costruisce col dialogo

Caritas: l’integrazione si costruisce col dialogo

BONO. Solo con il dialogo si favorisce l’integrazione. Questo il messaggio lanciato nei giorni scorsi a Bono nella III Giornata del Dialogo interreligioso promossa dalla Caritas diocesana con il...

28 aprile 2018
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BONO. Solo con il dialogo si favorisce l’integrazione. Questo il messaggio lanciato nei giorni scorsi a Bono nella III Giornata del Dialogo interreligioso promossa dalla Caritas diocesana con il centro servizi di Sardegna Solidale. Una importante occasione di incontro per operatori, volontari e rappresentanti di diverse religioni presenti nel territorio, che con la loro presenza hanno testimoniato nel concreto la validità della formula “Dialogare per Integrare”, slogan della giornata. Aperto dall’intervento del parroco don Mario Curzu, che ha lodato «l’audacia e la costanza con cui in questi anni i promotori hanno diffuso lo spirito interreligioso di Assisi», l’incontro è proseguito con la testimonianza della dottoressa Marilena Caddeo, casco bianco di Caritas Italiana in Sierra Leone dal 2009 al 2010 e cooperante per quasi 6 anni in Palestina. «La diversità esiste - ha detto la dottoressa Caddeo -, ma è soltanto dialogando e aprendosi alle differenze che possiamo costruire qualcosa in comune: una corretta informazione è fondamentale per creare solidarietà globale e ricadute positive nei territori di appartenenza». Raffaele Callia, responsabile del servizio Studi e Ricerche ed Educazione alla Mondialità per la Caritas regionale, ha citato la “convivialità delle differenze” coniata da don Tonino Bello per definire l’incontro tra diversi «in cui siamo chiamati - ha detto Callia - a generare una nuova alterità, senza appiattirci né imporci sull’altro». Agli interventi sono seguite numerose testimonianze che hanno ribadito l’importanza del dialogo: rappresentanti delle comunità rumene, bengalesi e africane della Tunisia, della Costa d’Avorio, della Guinea, della Nigeria e del Senegal, che hanno espresso una comune gratitudine per l’accoglienza delle comunità diocesane, dove sono presenti due centri di accoglienza (Ozieri e Chilivani) e dove, in certi casi, gli ospiti sono diventati a tutti gli effetti dei concittadini. (b.m.)

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