La Nuova Sardegna

Sassari

Morì dopo un Tso, indagini chiuse

Morì dopo un Tso, indagini chiuse

Medici sotto inchiesta per il decesso di un cinquantaduenne sassarese a Mantova

03 maggio 2018
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SASSARI. Era finito in ospedale per un accertamento sanitario obbligatorio e dopo esser stato sottoposto a un Tso era stato ricoverato in Psichiatria. Qualche ora dopo era morto. Il paziente si chiamava Antonio Scaletta ed era un 52enne di Sassari che da poco tempo si era trasferito a Mantova.

Proprio per far luce su questa vicenda che risale a novembre di due anni fa, la Procura di Mantova aveva indagato con l’ipotesi di reato di omicidio colposo alcuni medici dell’ospedale “Carlo Poma”. Ora il pm titolare dell’inchiesta ha chiuso le indagini e chiederà il rinvio a giudizio. I familiari dell’uomo, subito dopo il decesso, si erano rivolti a un avvocato per capire cosa fosse accaduto al loro caro e nell’ambito dell’inchiesta il legale aveva nominato un consulente di parte. Nella relazione conclusiva il medico legale ha scritto che a causare la morte di Scaletta sarebbe stato un dosaggio sbagliato dei farmaci che gli vennero somministrati quel 17 novembre del 2016.

Quel giorno qualcuno aveva segnalato alla centrale operativa del 113 che in via San Cristoforo un uomo che occupava uno degli appartamenti del condominio nel centro storico stava dando in escandescenze. Calci e pugni alla porta e alle pareti, urla. Era intervenuta una pattuglia della sezione volanti e gli agenti avevano trovato l’uomo in condizioni di forte agitazione che pronunciava frasi senza senso. Lo avevano portato in ospedale e davanti ai medici del pronto soccorso Antonio Scaletta era sempre più agitato. Dopo vari passaggi “burocratici” necessari in casi di questo tipo, si era passati al Tso e i medici avevano somministrato i sedativi, infine era stato deciso il trasferimento in psichiatria. La situazione sembrava in via di soluzione ma improvvisamente il quadro clinico del 52enne di Sassari era precipitato e alle 5 del mattino il suo cuore si era fermato. Il certificato di morte aveva evidenziato che il decesso del paziente era dovuto ad “arresto cardiocircolatorio”, ma non erano state indicate le cause che lo avevano provocato. Da qui le indagini che la Procura ha chiuso nei giorni scorsi.

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