La Nuova Sardegna

Sassari

Troppa acqua nel Lerno Enas apre le saracinesche

di Barbara Mastino
Troppa acqua nel Lerno Enas apre le saracinesche

Lo svuotamento parziale dell’invaso necessario per motivi di sicurezza La protesta del Consorzio di Bonifica che teme un’altra estate siccitosa

04 maggio 2018
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OZIERI. Piogge abbondanti, persino troppo abbondanti nel Logudoro, dove ieri l’ente dighe Enas ha comunicato che si appresta a iniziare lo svuotamento della diga sul Lerno a Pattada. Un’eventualità che rischia di far ripetere il triste scenario dello scorso anno, quando la diga si era riempita “troppo” ed era stata svuotata a marzo lasciando a secco la Piana di Chilivani già alla metà dell’estate. «Uno scenario ai limiti dell’assurdo – tuona il presidente del Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna Diego Pinna – nel quale passiamo dalla più grave crisi idrica per il comparto agricolo alla dispersione delle riserve d’acqua che potrebbero agevolmente scongiurarla».

La possibile soluzione al problema la si conosce già, ed è quella di portare la diga alla capienza per la quale è stata progettata, 72 milioni di metri cubi a fronte degli attuali 34.6, o almeno di elevare il limite di stoccaggio al livello medio di 55 milioni di metri cubi. È la soluzione che da anni prospettano sia il presidente del Consorzio di Bonifica di Ozieri sia il sindaco di Pattada Angelo Sini, e del resto è la soluzione per la quale l’assessorato regionale ai Lavori pubblici ha già stanziato circa 7 milioni di euro, da utilizzare per i necessari interventi di messa in sicurezza statica dello sbarramento. Allo stato attuale, però, sono state solamente completate le indagini propedeutiche alla redazione di uno studio preliminare per poter procedere alla progettazione dei lavori. «Pare evidente che sia indispensabile un’accelerazione e un taglio ai tempi della burocrazia», dice Diego Pinna. Stesso pensiero dei sindaco di Pattada Angelo Sini, secondo il quale «dopo uno stanziamento di 7 milioni, e dopo che gli studi preliminari sono stati già completati, è impensabile che ancora oggi non si sia provveduto a iniziare le opere di ampliamento della capienza. Ampliarla almeno a 55 milioni di metri cubi ci consentirebbe di stare tranquilli per almeno due anni sia per gli usi civici sia per l’irrigazione della Piana, e invece non si capisce per quale motivo si rinviino ancora i lavori mentre nel frattempo si deve gettare via l’acqua». «Dal canto suo il Consorzio – ha detto ancora Diego Pinna – ha completato, in meno di un anno, la progettazione, l’appalto e l’esecuzione dei lavori di ripristino della rete di adduzione, per ovviare alle ingenti perdite che avevano eroso in maniera significativa le scorte dello scorso anno: segno evidente che, quando lo si vuole, si può riuscire a far andare avanti velocemente le cose. Eppure ci troviamo di fronte all’ennesimo rischio di spreco dell’acqua, e temiamo che anche nella prossima stagione, nonostante le piogge di questi mesi, gli agricoltori della Piana dovranno subire le terribili conseguenze della siccità».

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