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Servizi sociali, ricorso infondato il Tar dà ragione al Comune
SORSO. Il ricorso sull’appalto per l’affidamento del servizio sociale professionale del comune di Sorso è infondato. È questa la conclusione della prima sezione del Tar che con la sentenza numero...
10 maggio 2018
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SORSO. Il ricorso sull’appalto per l’affidamento del servizio sociale professionale del comune di Sorso è infondato.
È questa la conclusione della prima sezione del Tar che con la sentenza numero 403 del 2018 ha respinto le richieste del Consorzio regionale territoriale network etico Italia, la coop cagliaritana che si era classificata prima nella graduatoria provvisoria ma che nel mese di agosto del 2017 era stata disarcionata con l’annullamento in autotutela della procedura da parte del Comune.
La procedura d’appalto era stata bloccata dalla commissione di gara dopo la segnalazione di alcune incongruenze da parte della seconda classificata, il consorzio di coop Andalas de amistade, che aveva notato come la lex specialis del bando non era perfettamente allineata con le norme del nuovo codice dei contratti.
A quel punto la coop cagliaritana Network etico si era rivolta al Tribunale amministrativo regionale chiedendo la riapertura della procedura, e quindi l’assegnazione definitiva dell’appalto.
Nei giorni scorsi il collegio formato dai giudici Caro Lucrezio Monticelli (presidente), Giorgio Manca (consigliere) e Gianluca Rovelli (consigliere, estensore) si è pronunciato con una sentenza nella quale non si rilevano violazioni da parte del Comune poiché, se pur la ditta ricorrente risultava prima nella graduatoria provvisoria, quest’ultima non rappresenta l’atto conclusivo del procedimento.
Che si conclude, appunto, con la graduatoria definitiva. Ecco quindi che la scelta dell’amministrazione comunale di fermare la gara prima dell’assegnazione non ha violato le disposizioni del codice dei contratti.
Motivo per il quale il ricorso del Consorzio regionale territoriale network etico Italia è stato respinto e le spese del ricorso compensate tra le parti. (s.sant.)
È questa la conclusione della prima sezione del Tar che con la sentenza numero 403 del 2018 ha respinto le richieste del Consorzio regionale territoriale network etico Italia, la coop cagliaritana che si era classificata prima nella graduatoria provvisoria ma che nel mese di agosto del 2017 era stata disarcionata con l’annullamento in autotutela della procedura da parte del Comune.
La procedura d’appalto era stata bloccata dalla commissione di gara dopo la segnalazione di alcune incongruenze da parte della seconda classificata, il consorzio di coop Andalas de amistade, che aveva notato come la lex specialis del bando non era perfettamente allineata con le norme del nuovo codice dei contratti.
A quel punto la coop cagliaritana Network etico si era rivolta al Tribunale amministrativo regionale chiedendo la riapertura della procedura, e quindi l’assegnazione definitiva dell’appalto.
Nei giorni scorsi il collegio formato dai giudici Caro Lucrezio Monticelli (presidente), Giorgio Manca (consigliere) e Gianluca Rovelli (consigliere, estensore) si è pronunciato con una sentenza nella quale non si rilevano violazioni da parte del Comune poiché, se pur la ditta ricorrente risultava prima nella graduatoria provvisoria, quest’ultima non rappresenta l’atto conclusivo del procedimento.
Che si conclude, appunto, con la graduatoria definitiva. Ecco quindi che la scelta dell’amministrazione comunale di fermare la gara prima dell’assegnazione non ha violato le disposizioni del codice dei contratti.
Motivo per il quale il ricorso del Consorzio regionale territoriale network etico Italia è stato respinto e le spese del ricorso compensate tra le parti. (s.sant.)
