La Nuova Sardegna

Sassari

Bighinados, escluse le ditte locali

di Barbara Mastino

L’appalto a imprese di Osilo, Bitti e Villaurbana. L’assessore: hanno i requisiti e comunque sono sarde

12 maggio 2018
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OZIERI. È nata qualche polemica a Ozieri dopo la chiusura delle procedure d’appalto per l’affidamento dei lavori del bando Bighinados, progetto portato a termine dopo un’attesa di sei anni e che prevede la ristrutturazione di antiche abitazioni nel centro storico per poi affidarle a canone sociale a famiglie ozieresi. I lavori sono stati affidati a tre imprese non locali, una circostanza che ha suscitato proteste e critiche da parte di chi ha visto da parte del Comune di Ozieri scarsa attenzione nei confronti delle imprese cittadine. Critiche che sono respinte con decisione dal vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici Gigi Sarobba, che ci tiene a fare delle precisazioni. «Come tutti i bandi di valore superiore ai 40mila euro – dice Sarobba – si è provveduto, come prevede la legge, a bandire appalti a procedura aperta che, quindi, sono aperti a tutte le imprese edili sarde, italiane e persino europee. Tra le ditte che hanno partecipato alla gara c’erano anche due imprese di Ozieri, di cui però una non era in possesso di tutti i requisiti richiesti dal bando e l’altra non ha presentato un’offerta migliore di quelle che poi si sono aggiudicate i lavori.

Si tratta comunque di tre imprese sarde, e questa è già una buona notizia: una di Osilo, una di Bitti e una di Villaurbana, che avevano i requisiti richiesti dal bando (ovvero dalla legge) e hanno presentato le offerte più vantaggiose». Nessuna preferenza per ditte “forestiere”, quindi, ma semplicemente il pieno rispetto delle norme di legge per l’esperimento di tre gare d’appalto differenti: non un appalto unico quindi, che avrebbe favorito grosse ditte magari non sarde. «L’attenzione per le piccole e medie imprese locali è sempre altissima da parte nostra – dice Sarobba – e quando ci è possibile cerchiamo in tutti i modi di favorirle, dando, come in questo caso, massima pubblicità ai bandi o parcellizzando i lavori per riuscire a fare affidamenti diretti». È il caso per esempio dei lavori che di recente hanno interessato tre case popolari comunali a Chilivani e in via Giusti, la cui ristrutturazione prevedeva spese inferiori a 40 mila euro «ed è stata affidata direttamente a tre imprese edili locali con progetti redatti da altrettanti professionisti locali e materiali acquistati in loco», dice Sarobba. Quando saranno disponibili i fondi per ristrutturare altri alloggi comunali, come previsto già dalla precedente legislatura, si procederà nello stesso modo coinvolgendo altre imprese e altri professionisti, assicura ancora il vicesindaco. Una procedura prevista dalla legge che però, come detto, non si è potuta utilizzare in questo caso. Le ristrutturazioni, infatti, hanno costi più elevati: circa 64 mila euro per l’abitazione di vicolo Barone Mannu, che sarà ristrutturata dalla ditta Sanna Michele di Bitti, 108 mila euro per quella di via Grixoni, i cui lavori sono stati affidati alla Cori edilizia di Villaurbana, 167 mila per l’abitazione in via Maroncelli, che sarà ristrutturata dall’impresa Manca Franco di Osilo. «Tutto alla luce del sole – rimarca Sarobba – come si può facilmente evincere leggendo gli atti, che sono pubblici».

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