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Giave dichiara lo stato di calamità naturale
La giunta Uras stanzia 25mila euro per gli interventi urgenti e scrive alla Regione «Strade impraticabili, raccolti distrutti, case e aziende sommerse: ci serve aiuto»
12 maggio 2018
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GIAVE. Venticinquemila euro dal bilancio comunale già in campo per garantire i primi interventi urgenti. Stato di calamità naturale approvato in giunta. E mandato alla sindaca Maria Antonietta Uras di trasmettere la dichiarazione alla Regione e alle autorità competenti perché procedano ad un intervento urgente ed immediato con trasferimento di risorse per fronteggiare la situazione di emergenza .
Fa la conta dei danni in Comune di Giave dopo la bomba d’acqua dello scorso lunedì, talmente violenta da far deragliare il treno regionale Cagliari-Olbia che passava nelle sue campagne, con la linea tornata in attività solo venerdì.
Solo uno dei danni, e non il più grave. In trenta minuti infatti nel territorio sono caduti 23,2 litri d’acqua per ogni metro quadrato. «Una portata idraulica di molto superiore – spiega il sindaco Uras – a quella che le canalizzazioni esistenti e i corsi d’acqua hanno potuto possono assorbire, causando l'innalzamento del livello dell'acqua, tracimazione di canali e rii di scolo che dal centro abitato confluiscono verso l’agro del territorio di Giave».
Risultato: l’allagamento delle campagne con conseguente inondazione dei campi e rovina di colture e di alcune aziende agricole, tra cui un mangimificio. Ma anche alcune abitazioni private, pubblici edifici in genere e attività produttive insediate a Campu Giavesu finite letetralmente sotto l’acqua.
«Una situazione di emergenza non ancora conclusa – continua la sindaca – a causa della difficoltà del deflusso di alcuni corsi d’acqua, dell’impraticabilità di alcune strade, e del perdurare delle condizioni climatiche avverse. Una delle strade interrotte inoltre è quella che dall’abitato conduce al depuratore comunale e che, in caso di disservizio l’ostruzione intralcerebbe l’intervento da parte di mezzi e operatori».
Emergenza da gestire e cocci da raccogliere: allevatori, agricoltori, aziende e privati cittadini, continuano a segnalare al Comune il disagio e le difficoltà dovute ai danni causati dalla bomba d’acqua, e per fare una stima accusata serviranno settimane.
Meglio dunque mettersi avanti con il complesso iter che serve a veder riconosciuta, e soprattutto rifusa, la calamità naturale. Col Comune che comunque cercherà di porre riparo ai danni più evidenti. Sperando che il tempo sia clemente e che il disastroso lunedì rimanga solo un brutto ricordo.
Fa la conta dei danni in Comune di Giave dopo la bomba d’acqua dello scorso lunedì, talmente violenta da far deragliare il treno regionale Cagliari-Olbia che passava nelle sue campagne, con la linea tornata in attività solo venerdì.
Solo uno dei danni, e non il più grave. In trenta minuti infatti nel territorio sono caduti 23,2 litri d’acqua per ogni metro quadrato. «Una portata idraulica di molto superiore – spiega il sindaco Uras – a quella che le canalizzazioni esistenti e i corsi d’acqua hanno potuto possono assorbire, causando l'innalzamento del livello dell'acqua, tracimazione di canali e rii di scolo che dal centro abitato confluiscono verso l’agro del territorio di Giave».
Risultato: l’allagamento delle campagne con conseguente inondazione dei campi e rovina di colture e di alcune aziende agricole, tra cui un mangimificio. Ma anche alcune abitazioni private, pubblici edifici in genere e attività produttive insediate a Campu Giavesu finite letetralmente sotto l’acqua.
«Una situazione di emergenza non ancora conclusa – continua la sindaca – a causa della difficoltà del deflusso di alcuni corsi d’acqua, dell’impraticabilità di alcune strade, e del perdurare delle condizioni climatiche avverse. Una delle strade interrotte inoltre è quella che dall’abitato conduce al depuratore comunale e che, in caso di disservizio l’ostruzione intralcerebbe l’intervento da parte di mezzi e operatori».
Emergenza da gestire e cocci da raccogliere: allevatori, agricoltori, aziende e privati cittadini, continuano a segnalare al Comune il disagio e le difficoltà dovute ai danni causati dalla bomba d’acqua, e per fare una stima accusata serviranno settimane.
Meglio dunque mettersi avanti con il complesso iter che serve a veder riconosciuta, e soprattutto rifusa, la calamità naturale. Col Comune che comunque cercherà di porre riparo ai danni più evidenti. Sperando che il tempo sia clemente e che il disastroso lunedì rimanga solo un brutto ricordo.