La Nuova Sardegna

Sassari

Uccise l’amico nella battuta di caccia, a giudizio

Uccise l’amico nella battuta di caccia, a giudizio

L’incidente nel 2015 a Campanedda, imputato di omicidio colposo Salvatore Astara. In aula due testi

18 maggio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Pino Masnata, 54 anni, vetraio di Porto Torres, era morto nelle campagne di Campanedda (periferia di Sassari) il 29 gennaio 2015. Ucciso da una fucilata mentre si dedicava a una delle più grandi passioni della sua vita: la caccia. E a imbracciare l’arma dalla quale era partito il colpo mortale era Salvatore Astara, uno dei componenti della squadra impegnata quel giovedì nella battuta di caccia al cinghiale a Campu Chervaggiu La Nurra. L’uomo era stato da subito indagato per omicidio colposo e in seguito rinviato a giudizio.

Ieri davanti al giudice Sergio De Luca sono stati sentiti due testi: l’ispettore della forestale, Salvatore Sanna, e Manuel Merella, anche lui tra quelli che parteciparono alla battuta di caccia. «Facemmo tutte le verifiche necessarie per capire cosa fosse successo – ha spiegato l’ispettore – rilievi fotografici sulla vittima, sequestro delle armi. Dalle nostre indagini fummo in grado di stabilire che non ci fu un tiro diretto sulla vittima. All’interno di un “macchione” di lentischio c’erano segni di tagli sui rami, il che ci fece supporre che il proiettile poteva essere passato in mezzo alla vegetazione. Ricostruimmo una traiettoria molto lineare e le varie posizioni delle poste, concludemmo che di sicuro Astara e la vittima non potevano vedersi, proprio per via di quel cespuglio di lentischio».

L’altro teste, Manuel Merella, ha raccontato nel dettaglio la collocazione di ciascuna posta. «Astara e Masnata erano nella mia squadra, eravamo distribuiti seguendo una semicurva a L. Io e Masnata ci siamo stretti un po’, ero a circa 15 metri da lui. Lo vedevo, eravamo in un campo pulito». A precisa domanda del giudice, Merella ha risposto che a suo parere Astara si spostò dalla posizione assegnata dal capocaccia: «L’ho pensato dopo aver parlato con una donna agente della forestale nei momenti immediatamente successivi all’incidente. Capii che Salvatore Astara non si trovava nella posta originaria». (na.co.)

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sini
Le nostre iniziative