La Nuova Sardegna

Sassari

Sala d’attesa insufficiente per i pazienti diabetici

Sala d’attesa insufficiente per i pazienti diabetici

Disagi dopo il trasferimento del servizio da Palazzo Clemente a Chirurgia Solo 15 sedie per le quaranta persone che ogni giorno si recano in ospedale

24 maggio 2018
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SASSARI. Il trasferimento del servizio di diabetologia, da Palazzo Clemente a Chirurgia Medica, sta creando più di un disagio ai pazienti. No, non si tratta di problemi legati alla diagnosi e alle cure, medici e infermieri sono preparatissimi, ma è la situazione logistica che si sta dimostrando insufficiente ad accogliere tutti i pazienti, Soprattutto all’inizio della settimana.

«Purtroppo i pazienti vengono convocati, tutti, alle 7,30 del mattino – spiega Michele Calvisi, presidente dell’Adms, l’Associazione diabete mellito e celiachia della Sardegna – ma la sala d’attesa che può accogliere poco meno della metà. Gli altri devono sedersi sulle scale o attendere in piedi che vengano chiamati per la terapia o per le visite di controllo».

Il trasferimento da un edificio all’altro, nelle intenzioni dell’Azienda ospedaliera universitaria, doveva servire a migliorare la situazione per i pazienti che, da tutto il territorio, si rivolgono alla Diabetologia. Ma, evidentemente, non era stato preso in considerazione la proporzione fra il numero dei pazienti e i “posti a sedere”.

Un disagio supplementare, soprattutto per quei pazienti che arrivano da fuori città e che sono costretti a utilizzare i mezzi pubblici. «Capita che chi arriva da fuori Sassari finisca in fondo all’elenco degli appuntamenti – spiega ancora Michele Calvisi – ma è quasi impossibile arrivare per tempo in ambulatorio, a meno che non si utilizzi un mezzo privato. Eppure non sarebbe impossibile scaglionare gli appuntamenti, scegliendo gli orari che potrebbero agevolare chi arriva da fuori Sassari o chi è costretto a muoversi con i mezzi pubblici».

Nessuna lamentale per la qualità del servizio, quindi, ma solo un problema si logistica. Che, magari, potrebbe essere risolto aggiungendo qualche sedia nella sala d’attesa e, soprattutto, scaglionando gli appuntamenti con i pazienti, convocandoli anche a gruppi di 10 o 15. «In questo modo non solo si eliminerebbe l’affollamento nella sala d’attesa – aggiunge Calvisi – ma si andrebbe incontro alle esigenze di chi non può rispettare l’orario adesso fissato per le visite, le 7,30 del mattino. Un disagio per i pazienti che tra l’altro – ricorda il presidente dell’Adms – non sono tutti giovanissimi». (p.s.)

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