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ozieri, domani al civico 

Un laboratorio musicale per imparare la lingua dei segni

Un laboratorio musicale per imparare la lingua dei segni

OZIERI. Domani al teatro civico di Ozieri con inizio alle ore 9,30 saranno di scena i bambini, quarantotto in totale, delle classi terza A e B e quarta C della scuola primaria del Cantaro che guidati...

31 maggio 2018
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OZIERI. Domani al teatro civico di Ozieri con inizio alle ore 9,30 saranno di scena i bambini, quarantotto in totale, delle classi terza A e B e quarta C della scuola primaria del Cantaro che guidati dai loro insegnanti hanno dato vita all’interessante progetto “Mani Bianche”, un laboratorio di musica integrato da cui si è partiti per l’esplorazione del codice comunicativo che nasce dal linguaggio non verbale per l’apprendimento della Lis per proseguire con lo studio di video-traduzioni di canzoni. Il metodo è ormai usato in tutto il mondo, adattato e arricchito, a sostegno dell’integrazione e dell'abbattimento delle barriere fisiche e sociali. Accompagnati da una musica di sottofondo i bambini “cantano” i suoni con le mani che si muovono nell’aria interpretando la musica nella lingua dei segni. Nell’organizzazione del lavoro gli insegnanti si sono ispirati all’esperienza venezuelana delle “Manos Blancas”, che ha riunito nell'ambito di un programma di educazione speciale, bambini con deficit uditivi, visivi, cognitivi, motori e autistici. In sostanza ciascuno canta utilizzando il mezzo espressivo che preferisce. I cori di Mani Bianche sono presenti in alcune località del territorio nazionale mentre in Sardegna se ne trova uno solo a Cagliari ed ora dopo il progetto avviato dall’Istituto Comprensivo numero 2 anche ad Ozieri. Dopo aver accolto il progetto sperimentale il dirigente Paolo Carta ha sostenuto anche la proposta di attivazione di un percorso di formazione, rivolto ai docenti, atto a sviluppare una competenza più specifica all’uso della lingua segnica strutturata con personale specializzato. La lingua dei segni in questo modo è diventata strumento di integrazione per chi proviene da situazioni di disagio.

Francesco Squintu

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