La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari: mandata a casa per una laringite, ma era in choc anafilattico

Il pronto soccorso di viale Italia
Il pronto soccorso di viale Italia

La donna si era recata al pronto soccorso, è stata salvata dal medico di famiglia

01 giugno 2018
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SASSARI. «Signora lei ha una brutta laringite, vada dal suo medico di base, oppure qua dovrà aspettare ore prima di essere visitata». Il sorriso rassicurante e la diagnosi veloce dell’infermiera al banco delle registrazioni del pronto soccorso del Santissima Annunziata avrebbero potuto costare caro a Paola Falchi. Se il suo medico di famiglia quel pomeriggio non fosse stato in servizio, lei avrebbe rischiato la vita, perché quei dolori alla gola e quel senso di soffocamento che l’avevano spinta a correre in ospedale, non erano i sintomi di una banale laringite, ma le prime avvisaglie di uno choc anafilattico. Per sua fortuna Paola Falchi subito dopo avere abbandonato il pronto soccorso di viale Italia, è andata immediatamente dal suo medico, che dopo averla visitato non ha avuto dubbi: oculo-rinite e angioedema con sensazione di soffocamento, dispnea e modificazione del timbro della voce. In due parole choc anafilattico. Il medico le ha somministrato immediatamente i farmaci salvavita del caso e la ha tenuta in ambulatorio sotto osservazione per quattro ore prima di lasciarla tornare a casa. Ora la donna, superato lo spavento e realizzato il grave rischio che ha corso, ha presentato un reclamo all’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari, e racconta preoccupata la sua vicenda, per fortuna a lieto fine: «Mi vengono i brividi se penso che quella sera avrei potuto non trovare il mio medico di base, o tornare a casa tranquillizzata in qualche modo dalla diagnosi tuttavia non grave dell’infermiera», spiega. «Ha semplicemente ascoltato da dietro il vetro dello sportello la descrizione dei miei sintomi, mi ha guardato e ha fatto lei la diagnosi. Non mi ha visitata e non mi ha fatto vedere da nessun medico», continua la donna. «Penso che un episodio del genere sia molto grave e che non dovrebbe ripetersi mai più. Io ritengo di essere stata fortunata, ma non è accettabile che un’infermiera del pronto soccorso possa fare una diagnosi semplicemente ascoltando il racconto di un paziente che si avvicina allo sportello dell’accettazione». Per questo motivo Paola Falchi ha deciso di non lasciar passare. «Ho deciso di presentare un reclamo alla Aou perché situazioni come queste non si ripetano in futuro. Io ho rischiato molto, e alla fine tutto si è concluso per il meglio. Ma la mia è stata davvero fortuna. Se il mio non fosse stato in ambulatorio quel pomeriggio, non so come sarebbe andata a finire». Il medico di base ha riconosciuto subito i sintomi che accusava la donna e le ha dato subito i farmaci giusti per bloccare l’insorgenza dello choc anafilattico. «Non so bene cosa possa averlo causato, forse è stata una reazione allergica a un farmaco che avevo preso poco prima, o qualche alimento che ho mangiato. Di certo non mi aspettavo che al Pronto soccorso mi sbagliassero la diagnosi con tanta superficialità».

Vincenzo Garofalo

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