La Nuova Sardegna

Sassari

Tentò di uccidere un barista, in appello sei anni a Canoligo

di Gian Mario Sias
Tentò di uccidere un barista, in appello sei anni a Canoligo

ALGHERO. Giuseppe Canoligo è colpevole. L’ha ribadito la sezione distaccata di Sassari della Corte d’appello di Cagliari. Il collegio presieduto dal giudice Plinia Azzena e composto da Marina Capitta...

02 giugno 2018
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ALGHERO. Giuseppe Canoligo è colpevole. L’ha ribadito la sezione distaccata di Sassari della Corte d’appello di Cagliari. Il collegio presieduto dal giudice Plinia Azzena e composto da Marina Capitta e Gianni Delogu ha confermato la sentenza di condanna pronunciata nel 2016 dal gup. Canoligo, 53 anni, di Alghero, a settembre di tre anni fa aveva tentato di uccidere il barista Saverio Sposito, anche lui algherese, che gli aveva negato l’ultima birra. Nel ribadire la sua colpevolezza, i magistrati hanno ridotto la pena detentiva da otto a sei anni. Già nel 1996 Giuseppe Canoligo aveva ucciso a Sassari un altro barista, Francesco Pinna, suo coetaneo, muratore, sposato e padre di due bambine piccole, all’interno di un circolo privato, per lo stesso motivo. Il precedente aveva indotto il giudice per le udienze preliminari Carmela Rita Serra a calcare la mano: il pubblico ministero Giovanni Porcheddu aveva sollecitato per lui, difeso dall’avvocato Pietro Diaz, una condanna a sei anni di carcere più tre di ospedale psichiatrico giudiziario, ma il giudice era stato ancora più severo e gli aveva inflitto due anni in più di reclusione. Il 20 settembre 2015 l’uomo voleva far pagare l’offesa a Sposito, rappresentato dall’avvocato Stefano Carboni, per aver detto no alla richiesta di un’ennesima birra. Non sapendo chi aveva di fronte, il gestore del bar di piazza Santa Croce gli aveva rifiutato da bere. Era tardi, stava chiudendo ed era stato irremovibile nonostante le insistenze e un’aggressività crescente. Proprio come 22 anni fa, Canoligo aveva estratto un coltello dalla tasca dei pantaloni e aveva colpito Saverio Sposito quando aveva girato le spalle per mettere fine alla discussione. L’uomo aveva sentito un forte dolore, ma era stato prontissimo a evitare gli altri fendenti e a mettere Canoligo nelle condizioni di non nuocere. Subito dopo in piazza Santa Croce era arrivata una volante del commissariato e per l’accoltellatore erano scattate le manette.

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