La Nuova Sardegna

Sassari

Un mare di plastica nelle reti dei pescatori

Gavino Masia
Un mare di plastica nelle reti dei pescatori

Sulla banchina Segni la prima tappa del progetto di educazione Clean Sea Life Gli scolari del Bellieni hanno toccato con mano l’inquinamento dei fondali

02 giugno 2018
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PORTO TORRES. I rifiuti marini sono una delle principali emergenze ambientali presenti nei nostri mari - dove manca da sempre una filiera a terra che ne assicuri lo smaltimento - e la conferma è arrivata anche ieri mattina dalla abbondante "pescata" di alcuni pescherecci nelle acque del golfo dell'Asinara. Sulla banchina Segni i pescatori hanno infatti scaricato dalla motonave "Rinascita", oltre alle specie ittiche, vecchie nasse, palamiti, scatolette di latta, bottiglie e contenitori di plastica.

L'osservazione dei rifiuti ritrovati sui fondali faceva parte della prima tappa di Clean Sea Life, progetto del programma Life della Comunità Europea che vede come capofila il Parco nazionale dell'Asinara ed è sostenuto anche dal Comune di Porto Torres. Con la collaborazione dell'Autorità di sistema portuale e Capitaneria di porto. I bambini della scuola elementare Bellieni hanno potuto osservare da vicino il materiale finito nelle reti dei pescatori. Ovvero un piccolo esempio di quello che accade ogni giorno nei mari di tutto il mondo, dove il fenomeno della pesca di rifiuti (fishing for litter) è frequente. Nel Nord Europa la pratica viene regolamentata con successo, mentre in Italia manca una vera e propria filiera che ne assicuri lo smaltimento. Non esistono dunque norme e procedure specifiche e la spazzatura viene spesso rigettata in mare.

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Gli studenti turritani si sono poi spostati verso la spiaggia dello Scoglio Lungo e gli operatori di Clean Sea Life hanno distribuito la dotazione per la raccolta di rifiuti dall'arenile. I bambini con guanti e buste hanno raccolto in pochi minuti circa tre chili e mezzo di microplastiche e lattine portate dal mare. Ma anche lenze abbandonate dai pescatori occasionali, cicche di sigaretta e altro materiale. Al termine della pulizia, sotto lo stand allestito dal Comune, gli operatori di Clean Sea Life e del Parco hanno dialogato con i ragazzi: hanno spiegato loro quali degli oggetti raccolti sono da considerare rifiuti e quali no, ricordando anche l'importanza della posidonia per il mantenimento dell'ecosistema marino e per l'azione di contrasto all'erosione costiera. Dopo l'attività formativa il meritato riposo per gli scolari, accompagnato da una ricca merenda consumata con stoviglie in materiale biodegradabile

.«Abbiamo accolto con entusiasmo questa iniziativa - ha detto l'assessora all'Ambiente Cristina Biancu - perché la formazione e l'educazione sono alla base della creazione della coscienza civica dei ragazzi: si è cercato soprattutto di far capire quanto sia importante il dialogo fra enti, perché questa pratica ha necessità di essere regolamentata a livello nazionale».Porto Torres è stato il primo comune ad ospitare questa iniziativa, ha ricordato il sindaco Sean Wheeler, che nelle prossime settimane si sposterà anche a Rimini, San Benedetto del Tronto e Manfredonia.

«È un'attività fortemente educativa che speriamo si possa ripetere più volte durante l'anno: per lasciare un segno di questa giornata faremo sventolare presto le bandiere di Clean Sea Life nelle spiagge, invitando tutti a rispettare il mare e l'ambiente della nostra città».

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