La Nuova Sardegna

Sassari

Bessude e la rivoluzione antifeudale

Bessude e la rivoluzione antifeudale

Serata dedicata all’iniziativa “In sos logos de Angioy” voluta dall’Istituto Bellieni

04 giugno 2018
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BESSUDE. Dopo il successo delle tappe di Semestene, Bonorva e Thiesi, l’iniziativa “In sos logos de Angioy” dell’Istituto Camillo Bellieni è approdata a Bessude. In questo piccolo centro dell’antico Marchesato di Monte Maggiore, che diede i natali al nobile don Diego Marongio e allo studente di medicina Giovanni Maria Schintu, vissero figure di spicco dei moti angioyani come l’ecclesiastico Salvador Roig e l’abate e poeta Francesco Carboni. Tra scorci caratteristici e stupendi murales, la comitiva ha potuto visitare la Chiesa di San Leonardo, e quindi (dall’esterno) la casa di Francesco Sotgiu Satta, figura essenziale per capire la rivoluzione angioyana: era il notaio che nel 1795 aveva rogato i patti dell’alleanza tra le comunità di Bessude, Thiesi e Cheremule contro i feudatari. A condurre i partecipanti in questo entusiasmante percorso, attraverso narrazioni, aneddoti e visite guidate, sono stati il filosofo Antonello Nasone, l’archivista Stefano Alberto Tedde e l’archeologa Giuseppina Ruggiu, sotto la supervisione del direttore scientifico dell’Is.Be, Michele Pinna. L’appuntamento bessudese, realizzato in collaborazione con l’associazione Pro Meilogu, ha permesso di accedere al museo del medio evo MuME, in procinto di essere inaugurato all’interno dell’antico edificio de “Sa domo de sas damas”. All’interno di questo complesso di abitazioni, che apparteneva all’agiata famiglia dei Marongiu, i visitatori hanno potuto assistere a un’interessante dimostrazione pratica, da parte della Proloco, sulla preparazione dei “ciciones”, i tradizionali gnocchetti bessudesi di semola di grano duro, ai quali è dedicata un’importante sagra nel mese di agosto. Il percorso è stato anche occasione per scoprire il territorio, con i suoi monumenti storici, archeologici e religiosi.

Daniela Deriu

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