La Nuova Sardegna

Sassari

Bimbo conteso, la mamma: «Non sarà mai più felice»

Nadia Cossu
Bimbo conteso, la mamma: «Non sarà mai più felice»

Lettera struggente della 29enne di Ossi: mi stanno strappando un pezzo di cuore. Il tribunale per i minori ha deciso che il piccolo deve tornare in Francia dal padre  

07 giugno 2018
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SASSARI. «L’ho protetto da tutti i pericoli, dalle sofferenze di una separazione violenta. Dice bene la parola “mamma”, quando si sveglia, quando ha fame, quando vuole essere cambiato, quando vuole giocare, quando ha paura, quando vuole addormentarsi e quando ha bisogno di risposte...».

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Si rivolge «alla giustizia» la mamma del bambino di due anni e mezzo che alcuni giorni fa il tribunale per i minorenni di Sassari ha deciso debba tornare immediatamente in Francia dal padre. Lei, infermiera di 29 anni di Ossi, si era trasferita lì con il suo compagno conosciuto all’Università di Sassari e dopo qualche anno di fidanzamento avevano deciso di avere un figlio. Subito dopo erano emerse le prime incompatibilità caratteriali – o forse era semplicemente finito l’amore – e i due si erano separati. Il tribunale della famiglia di Nimes aveva disposto l’affidamento condiviso del piccolo dando la possibilità alla mamma di portarlo a vivere con lei. Ma vietandole, allo stesso tempo, di lasciare la Francia. Disposizione che la donna non ha però rispettato: ha fatto le valigie e da un giorno all’altro è tornata a Ossi (dove vivono i genitori) motivando questa decisione con l’impossibilità di sopportare oltre le violenze psicologiche da parte dell’ex compagno che oramai, a suo dire, le aveva reso la vita impossibile. Tanto da temere per la sua incolumità e per quella del bambino. Ma un gesto simile non poteva che avere come conseguenza quella di finire davanti ai giudici. Di Sassari stavolta.

Al tribunale per i minori si è rivolto infatti con un provvedimento di urgenza il padre del piccolo che alcuni giorni fa ha incassato la prima vittoria: il bambino deve tornare immediatamente in Francia. «Non capisco la decisione della giustizia – scrive la mamma – un pezzo di anima e di cuore mi verrà portato via. Verrà allontanato da sua madre, dai suoi amichetti e dalla sua famiglia solo perché abbiamo deciso di vivere sereni e circondati da tanto amore. È felice qui con me, se lo portano via non lo sarà più. Di colpo non vedrà più sua madre che dovrà fare i conti con un altro tribunale e con un’altra giustizia per poterlo vedere. Non avrà più la sua cameretta, l’odore della sua mamma che lo rassicura, la sua voce mentre cantiamo le nostre canzoni preferite».

Una lettera struggente che arriva a pochi giorni dalla sentenza del tribunale per i minori di Sassari che – pronunciandosi sugli aspetti civili che ruotano intorno alla convenzione dell’Aja nei casi di sottrazione internazionale di minori – ha in effetti preso l’unica decisione possibile: ossia che la madre rispetti il verdetto del tribunale francese. «Tutto questo è straziante – dice lei – mi chiedo perché non abbiamo diritto di vivere nel nostro paese, l’Italia, senza togliere al bambino il suo equilibrio. E senza togliergli suo padre. Lui è anche italiano (il piccolo è nato in Francia ma ha la residenza a Ossi ndc) e ha diritto ad avere sua madre vicino a due anni e mezzo. Nessuno gli impedisce di stare anche con il padre. Mi chiedo, invece, che danno farà una separazione improvvisa e violenta da sua madre e dalla sua quotidianità. Perché lasciarlo crescere impaurito, solo, a chiedersi per tutta la vita perché sua mamma lo ha lasciato?».

La sentenza è immediatamente esecutiva, questo significa che l’infermiera deve accompagnare il piccolo in Francia al più presto. Intanto il 25 giugno proprio in Francia ci sarà il processo a carico della donna che fa seguito alla denuncia penale per sottrazione di minore presentata dal suo ex compagno. Contestualmente i giudici dovranno decidere sulla richiesta di decadenza della responsabilità genitoriale con affido esclusivo del figlio al padre.
 

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