La Nuova Sardegna

Sassari

L’ambasciatore slovacco a Stintino

Ján Soth ha visitato la mostra sulla prima guerra mondiale e l’ossario all’Asinara

07 giugno 2018
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STINITNO. È la storia a unire slovacchi e isola dell’Asinara. Qui, cent’anni fa, furono numerosi i soldati cecoslovacchi che, assieme ai circa 22.000 soldati dell’esercito austro-ungarico, vennero deportati come prigionieri. A loro ha reso omaggio ieri l’ambasciatore slovacco a Roma Jàn Soth che, prima, ha partecipato al Mut di Stintino alla chiusura della mostra “Centenario della Prima Guerra Mondiale 1914 – 1918”.

Una visita quella dell’ambasciatore che, con la mostra dei pannelli fotografici che ripercorrono la storia di una Nazione, la Cecoslovacchia, e ritraggono i soldati cecoslovacchi al fronte e in Italia durante il primo conflitto mondiale, si inserisce nel lungo programma di eventi organizzato dall’amministrazione comunale di Stintino. Una serie di appuntamenti che hanno preso il via nel 2013, con il progetto “Commemorazioni di pace: i profughi e i prigionieri nell’isola dell’Asinara”.

Ieri mattina ad attendere l’ambasciatore Jàn Soth al Mut c’erano il sindaco di Stintino Antonio Diana, il prefetto Giuseppe Marani e il comandante della Regione militare autonoma della Sardegna, il generale Giovanni Domenico Pintus.

Dopo la visita alla mostra curata da Gabriela Dudeková dell'Istituto di storia dell'Accademia slovacca delle Scienze, in collaborazione con l'Archivio del Club di storia militare “Beskydy” alle 14 le autorità si sono spostate sull'isola dell'Asinara dove si è svolta una cerimonia di commemorazione all’ossario di Campo Perdu, alla presenza dell’ambasciatore slovacco e dell’arcivescovo di Sassari Gianfranco Saba.

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