La Nuova Sardegna

Sassari

Paga l’agenzia per la casa, perde i soldi e va a giudizio

Nadia Cossu
Paga l’agenzia per la casa, perde i soldi e va a giudizio

Dà un anticipo di 11.600 euro, la trattativa salta e non le restituiscono l’assegno. Parrucchiera denuncia la società immobiliare e finisce in aula per calunnia: assolta

11 giugno 2018
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SASSARI. Il progetto era quello di vendere il suo appartamento per acquistarne uno nuovo dove realizzare il salone. Per questo una parrucchiera di 49 anni aveva colto la palla al balzo quando aveva letto l’annuncio di un’agenzia immobiliare che faceva proprio al caso suo: una casa in vendita in zona Luna e Sole al costo di 130mila euro. Ma non solo l’affare alla fine salta, lei perde anche i soldi dati all’agenzia e quando li chiede indietro (invano) e denuncia la società immobiliare per appropriazione indebita, si ritrova indagata e poi rinviata a giudizio per calunnia. Due giorni fa il giudice l’ha assolta.

La storia. Dopo aver letto l’annuncio la donna fissa un appuntamento. La trattativa sembra prendere subito la piega giusta: i venditori sono disponibili all’accordo, lei consegna loro una caparra da 10mila euro e un assegno da 11.600 all’agenzia «che assume l’impegno di incassarlo ad affare concluso».

E qui cominciano i “guai”. Perché a un certo punto i venditori si tirano indietro, non vogliono aspettare che la parrucchiera venda il suo appartamento prima di acquistare quello nuovo e non arrivano nemmeno al preliminare di vendita. I proprietari della casa restituiscono – correttamente – la caparra da diecimila euro e altrettanto avrebbe dovuto fare l’agenzia con l’assegno. Ma quando la donna chiede indietro gli 11.600 euro non trova risposta. «Accampavano scuse, non rispondevano al telefono, non si facevano trovare – aveva spiegato in aula davanti al giudice – e per questo mi sono rivolta a un avvocato». Il legale invia immediatamente una diffida all’agenzia che, subito dopo, per tutta risposta incassa l’assegno.

Sentendosi vittima di un raggiro in perfetto stile la parrucchiera va dai carabinieri e denuncia la responsabile dell’agenzia di Sassari per appropriazione indebita. A questo punto ci si sarebbe aspettati uno sviluppo della vicenda ben diverso. E invece l’acquirente viene a sua volta denunciata per calunnia. Ma mentre l’indagine nei confronti della dipendente della società immobiliare viene archiviata, la sua va avanti e addirittura la parrucchiera finisce a processo davanti al giudice «per aver incolpato, pur sapendola innocente» la responsabile dell’agenzia. Durante il dibattimento l’avvocato Gian Marco Mura produce una serie di documenti, tra cui una sentenza dello scorso marzo della sesta sezione della Cassazione su un caso analogo. Mura spiega in aula l’assurdità di una vicenda giudiziaria nella quale la sua assistita da vittima di un reato diventa imputata. Il pm Simone Sassu ne chiede comunque la condanna a un anno e 4 mesi ma il giudice Sergio De Luca accoglie la tesi difensiva e la assolve con la formula «perché il fatto non sussiste». Un’assoluzione nel merito, perché significa in sostanza che l’agenzia non aveva il diritto di incassare quell’assegno.

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