La Nuova Sardegna

Sassari

Il degrado non risparmia lo “storico” Monte Agellu

di Gavino Masia
Il degrado non risparmia lo “storico” Monte Agellu

Il quartiere soffre lo scarso decoro e la mancanza di spazi di aggregazione Erbacce e asfalti in disfacimento assediano il compendio di San Gavino

13 giugno 2018
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PORTO TORRES. La seconda tappa nei quartieri cittadini è a Monte Agellu - una delle zone più antiche dove è presente il compendio monumentale di San Gavino - dove lo scarso decoro e la mancanza di spazi di aggregazione sono tra le negatività più importanti che lamentano da anni i residenti. «Via Stintino e piazza stazione sono sicuramente la peggiore cartolina del rione – dice l’impiegato Gavino Dedola – e gli amministratori comunali dovrebbero fare un tour da queste parti per rendersi conto concretamente quali sono le carenze croniche in cui versa: le vie Rossini e Verdi, poi, sono le porte di ingresso al quartiere e si presentano in uno stato a dir poco vergognoso». Passano le amministrazioni, compresa questa, ma secondo Dedola le criticità purtroppo permangono senza che qualcuno trovi la soluzione definitiva al problema. «Nei ruderi dell’ex fabbricato Gaslini si è formata una foresta piena di ratti e insetti nocivi. Per non parlare della mezza stazione ferroviaria dove Trenitalia fa una sola fermata, prima di arrivare al capolinea della stazione di via Ponte Romano, e chi sale o scende non trova i servizi igienici e neanche l’acqua».

Anche per Claudio Ruggiu, commerciante di abbigliamento, quello che si vede a Monte Agellu è «purtroppo un comune denominatore presente oramai in tutto il territorio comunale: decoro zero e buche stradali dappertutto. Uno degli ingressi alla città, passando dalla ex stazione ferroviaria, e abbandonato da anni e nella vasta area parcheggio non c’è mai stata volontà politica di creare spazi per i giovani e aree attrezzate per tutta la collettività». Manca l’ordinaria amministrazione, secondo Ruggiu, e quella creatività che ti dovrebbe permettere di sfruttare al meglio le aree comunali abbandonate dall’incuria e dal disinteresse. «Nell’area della Boccia di l’eba, per esempio, regna da troppo tempo degrado e abbandono: quella struttura nel passato alimentava la rete idrica della città e oggi potrebbe essere recuperata come memoria storica e valorizzata da associazioni con mostre di arti e mestieri».

Una pessima fotografia del quartiere la da anche il giovane commerciante di alimentari, Gian Matteo Monaco, occhi e orecchie attente alle lamentele della clientela. «Buche nell’asfalto e assenza di arredo urbano sono le criticità più evidenti a chiunque risieda: le auto sfrecciano veloci tra una via e l’altra e i bambini devono stare attenti quando entrano ed escono dal negozio. Per non parlare della mancanza di segnaletica orizzontale, per disciplinare il traffico e dare più sicurezza a chi cammina a piedi». Nel quartiere manca un campo da gioco, aggiunge Monaco, e i marciapiedi sono stretti e privi di manutenzione da svariati anni. «L’erba che cresce vicino al negozio l’ho tagliata io nei giorni scorsi e lo stesso hanno fatto diversi residenti nei marciapiedi di fronte alle loro case. Per il tombino che si allaga durante le piogge, invece, il Comune non ha più un fontaniere e ognuno si deve arrangiare da solo per riportare la situazione alla normalità». L’amministrazione comunale ha organizzato per due volte le assemblee di quartiere, per ascoltare le esigenze manifestate dai cittadini, ma a quanto pare certi tipi di interventi stentano ancora a decollare e non si capisce il perché.

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