La Nuova Sardegna

Sassari

Il Palazzo rosso sparirà tra sei mesi

di Luigi Soriga
Il Palazzo rosso sparirà tra sei mesi

Aperto ufficialmente il cantiere che porterà alla demolizione del vecchio edificio e alla realizzazione del Materno Infantile

16 giugno 2018
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SASSARI. È una giornata da annotare sul calendario. Ieri, con l’apertura ufficiale del cantiere, è cominciata la rivoluzione che ridisegnerà il volto della sanità sassarese. Tempo sei mesi e il vecchio Palazzo rosso, 8mila metri quadrati, inadeguato, vetusto, nato per ospitare gli uffici e poi per trent’anni diventato il baluardo delle Medicine, ormai in disuso dal 2012 e senza prospettive di riqualificazione, verrà definitivamente raso al suolo per lasciare spazio alla nuovo Materno Infantile. Una struttura all’avanguardia a Sassari, assolutamente indispensabile, considerando le condizioni fatiscenti delle attuali cliniche pediatriche. Ospiterà Ginecologia, Ostetricia, Pediatria, Pediatria infettivi, Neuropsichiatria infantile, Neonatologia e terapia intensiva neonatale. E ancora le sale parto, le sale operatorie, il pronto soccorso ostetrico e ginecologico e quello pediatrico quindi un asilo nido aziendale e una mensa aziendale, oltre a spazi per attività di formazione e didattica, una sala bar, una cappella cattolica e interconfessionale, locali accessori e di servizio. Insomma, una struttura all’avanguardia lontana anni luce dagli spazi angusti e degradati che ora ospitano mamme, neonati e bimbi.

I primi quattro mesi di lavori serviranno per svuotare il Palazzo Rosso. Saranno smantellati e portati in discarica porte interne, infissi in alluminio, vetrate, controsoffitti, tubazioni, materiali di isolamento, pavimenti in linoleum o pvc. Dopodiché entrerà in azione escavatore dotato di un lungo braccio meccanico con pinza idraulica, che pezzo dopo pezzo rosicchierà tutti gli otto piani. Una simile demolizione, a una manciata di metri dall’ospedale da un lato e dalle cliniche dall’altro, è un’operazione che necessita particolare attenzione sul versante sicurezza. Saranno usati dei sistemi di copertura per le facciate dell'edificio, e dei cannoni d'acqua per evitare la dispersione delle polveri. Per la realizzazione delle opere l'Aou di Sassari ha ottenuto un finanziamento di 95 milioni di euro dal fondo sviluppo e coesione sociale (Fsc) 2007-2013. A questi si aggiungono altri 100 milioni derivanti dal Patto Sardegna che serviranno per la ristrutturazione successiva delle stecche bianche, del Clemente e per il riammodernamento complessivo della cittadella sanitaria. Per la realizzazione del materno infantile occorreranno circa due anni: sei mesi tra svuotamento e demolizione, e poi il resto per erigere il nuovo edificio. Gli altri interventi richiederanno altri due anni mezzo.

Quindi un dispiegamento di risorse ingentissimo, e un progetto molto impegnativo. Alla cerimonia di apertura del cantiere hanno partecipato il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l'assessore della Sanità, Luigi Arru, l'assessora dell'Industria, Maria Grazia Piras, il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, il rettore dell'Università di Sassari, Massimo Carpinelli, il sindaco Nicola Sanna e l’arcivescovo Gianfranco Saba. A illustrare il cronoprogramma il direttore generale dell'Aou Antonio D'Urso e l'architetto Massimo Peresso della Salc, la società che si è aggiudicata la gara. Dice il governatore Pigliaru: «Oggi mettiamo un altro tassello nella costruzione della rete ospedaliera, che a sua volta è parte centrale del progetto di riforma della sanità sarà un hub d’eccellenza e ribadisce il ruolo essenziale di Sassari nella sanità sarda, dopo la scelta come sede della Ats». Dice l’assessore Arru: «Questo sarà l'ospedale della Sardegna, non solo di Sassari, e rappresenterà una risposta moderna alle richieste della Sanità sarda». Dice il sindaco Sanna: «È un segnale importante per la città. Il cantiere comporterà necessariamente una serie di disagi, che cercheremo di alleviare il più possibile. Ma si tratterà di sacrifici ampiamente ripagati : tra qualche anno avremo finalmente una sanità avveniristica».



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