La Nuova Sardegna

Sassari

«Con amore e passione salviamo i cani di strada»

di Luca Fiori
«Con amore e passione salviamo i cani di strada»

Quasi mille animali accuditi dal 2010 a oggi nell’ambulatorio dell’Università  Per la responsabile dell’équipe è una vera missione: «Aiutarli ci rende felici»

17 giugno 2018
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SASSARI. A Santiago la sera di Natale di tre anni fa una fucilata aveva spaccato l’osso della mandibola in due punti, fracassato l’arcata superiore e danneggiato gravemente la lingua.

Quel cucciolone di due anni, razza Epagneul Breton, rischiava seriamente di non farcela, ma la corsa da Ploaghe - dove era stata soccorso da alcuni bambini - verso il pronto soccorso degli animali randagi della Clinica veterinaria dell’università di Sassari, gli aveva salvato la vita.

Santiago è uno dei circa 900 animali di cui si sono presi cura dal 2010 a oggi i veterinari del Dipartimento di medicina veterinaria dell’Università di Sassari. Una vera eccellenza che vede a capo del pronto soccorso per gli animali randagi Maria Lucia Manunta.

Sassarese, 49 anni, tre figli e un pastore tedesco con il pelo lungo e gli occhi dolci che non si allontana mai da lei, la dottoressa Manunta non è una semplice veterinaria, ma una specie di San Francesco che si prende a cuore tutti gli animali in difficoltà che vengono affidati alle sue mani d’oro.

«Santiago oggi vive qui nel Dipartimento - racconta Maria Lucia Manunta - purtroppo quando è arrivato da noi tre anni fa era in condizioni disperate. Siamo riusciti a salvargli la vita, ma nonostante diversi interventi alla mandibola - spiega - per mangiare ha bisogno di aiuto. Gli studenti - aggiunge con orgoglio la veterinaria - hanno deciso di adottarlo e tutti i giorni, compresi quelli di festa, c’è qualcuno che per tre volte al giorno viene a dargli da mangiare». Nel pronto soccorso di via Vienna in un anno arrivano circa 200 cani che hanno bisogno di cure. L’ultimo “paziente” ad essere stato salvato dall’equipe della dottoressa Manunta è Calik, il cucciolone di 28 chili e meno di un anno di età, che qualcuno senza cuore aveva messo dentro un sacco e gettato dal ponte di Fertlia. «Lo abbiamo operato, stabilizzando una brutta frattura, e sta facendo progressi - spiega la direttrice del prono soccorso di via Vienna – ora riesce a fare piccoli passi con le zampe posteriori che prima dell’intervento chirurgico erano completamente paralizzate». Del team della clinica veterinaria fanno parte una ventina di persone, tra effettivi e borsisti che assicurano il servizio 24 ore su 24. «Siamo abituati a vedere di tutto - continua Maria Lucia Manunta - qui arrivano animali investiti, abusati e maltrattati e a noi spetta il compito di curarli anche dal punto di vista psicologico. A volte non è facile - spiega - quando ci troviamo davanti a cani che hanno subìto gravi traumi dobbiamo farci forza e cercare di fare il meglio per il bene l’animale». Come nel caso di Cirilla una cucciolona che ha perso un arto e che ora vive insieme a Santiago nei giardini del dipartimento di via Vienna. O come Pendiri, un cane pastore, massacrato a colpi di roncola e arrivato nel pronto soccorso sassarese con un occhio a penzoloni. «Con tanta buona volontà e tanto amore - racconta Maria Lucia Manunta - siamo riusciti a salvargli la vita e a trovargli una famiglia che lo ha adottato, ma a distanza di mesi soffre ancora di convulsioni post traumatiche. Chi ha fa del male agli animali deve sapere che non solo fa una cosa orribile, ma commette un reato punito con la reclusione fino a 18 mesi e la multa fino a 30mila euro».

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