La Nuova Sardegna

Sassari

Silenzio assordante sul Padiglione Tavolara

di Paoletta Farina
Silenzio assordante sul Padiglione Tavolara

Struttura chiusa, il consigliere Crisponi (Riformatori) chiede risposte alla Regione «Il Museo dell’artigianato e del design ancora non decolla, che cosa si aspetta?»

23 giugno 2018
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SASSARI. Il tempo trascorre, ma di riaprire il Padiglione dell’Artigianato di viale Mancini ancora non se ne parla. Quello che dovrà diventare il Museo regionale dell’artigianato e del design della Sardegna intitolato a Eugenio Tavolara resta chiuso dai lucchetti mentre continuano i segni di degrado di un’opera per la quale la Regione ha speso finora fior di milioni.

Cosa ancora impedisca di restituire ai sassaresi (e ai turisti per cui rappresentava un’attrazione) il padiglione progettato dal cagliaritano Ubaldo Badas e dallo stesso Tavolara, resta incomprensibile, al netto dei tempi della burocrazia, perché ormai sono passati cinque anni da quando venne ufficialmente inaugurato dall’allora presidente della Regione Ugo Cappellacci. Una ristrutturazione che ha ridato vita a un gioiello architettonico, ma di cui non si è tratto beneficio, incagliata come è rimasta nelle secche dell’allestimento e della gestione, soprattutto quest’ultima tutta ancora da decidere.

Di «silenzio assordante» sulla vicenda parla il consigliere regionale dei Riformatori, il nuorese Luigi Crisponi. Che per smuovere le acque ha presentato un’interrogazione agli assessori regionali degli Enti locali e della Pubblica istruzione ai quali chiede un’immediata risposta.

«Il Padiglione dovrebbe accogliere le collezioni di proprietà regionale ex Isola – ricorda Crisponi –. Gioielli, tessuti, ceramiche e lavorazioni artistiche mai rese fruibili e mai esposte finora integralmente, acquisite nel corso dei cinquant’anni di vita dell’Istituto che attendono di essere finalmente riportate alla fruizione collettiva». Quanto sta avvenendo – incalza il consigliere regionale – è un classico esempio di inconcludenza politica e amministrativa. Dopo anni di lavori, avviati grazie ad un finanziamento di 6 milioni di euro e terminati nel lontano 2013, la situazione si è infilata nel classico ginepraio di burocrazia e noncuranza. In cui tanto per cambiare lo zampino è degli uffici regionali che hanno effettuato a suo tempo un bando per la progettazione degli allestimenti, ma non per l’esecuzione degli stessi. Il tutto condito dalla richiesta avanzata dalla Regione al Comune di Sassari per la concessione di circa 5000 metri quadri di aree esterne al padiglione per una generale e miglior fruizione (sic) del polo museale». Nell'interrogazione Crisponi chiede di avere un aggiornamento puntuale sulla situazione generale, sulle procedure per l’allestimento degli spazi nonché sulla gestione definitiva del Museo. Per la quale ancora nulla si sa , dopo che la casa editrice nuorese Ilisso aveva, appunto, vinto il bando per il progetto esecutivo.

«Ora il rischio davvero concreto è che a cinque anni esatti dell'inaugurazione del Padiglione ristrutturato si debba ripartire daccapo con le manutenzioni eliminando abbandono e possibile degrado», rileva Luigi Crisponi. Una considerazione logica se si guarda allo stato in cui sono ridotte le ceramiche opera di Giuseppe Silecchia che ornano una parete della facciata del complesso, gravemente danneggiate da atti vandalici e di cui era stato promesso il restauro.



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