La Nuova Sardegna

Sassari

Villaggio Verde, quartiere da sempre inascoltato

di Gavino Masia
Villaggio Verde, quartiere da sempre inascoltato

Edifici popolari pericolanti e segnati da infiltrazioni, manutenzioni fuori tempo Spazi verdi in abbandono, segnaletica scarsa e strade pericolose per i pedoni

27 giugno 2018
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PORTO TORRES. Un quartiere popolare dimenticato dagli interventi di decoro urbano e di manutenzione sulle palazzine quello “incastonato” tra la zona ad espansione urbanistica C1-2 e le case a schiera della 167. Il viaggio all’interno del villaggio Verde mostra subito i tanti problemi comuni ad altri quartieri cittadini, che attendono da anni una risoluzione da parte delle istituzioni pubbliche. «Da tempo ho segnalato agli enti competenti una pericolosa presenza di umidità sotto i portici – dice l’ex dipendente comunale Costantino Bitti –, perché esiste una perdita continua di acqua che fa preoccupare gli inquilini di tutta la palazzina». Nel quartiere, aggiunge Bitti, si sente l’esigenza di avere la presenza della polizia locale «per scoraggiare quanti in via della Cultura superano i limiti di velocità mettendo a rischio i pedoni: bisogna assolutamente tracciare anche la segnaletica orizzontale, allo stato attuale completamente invisibile e sistemare il tratto di strada che si forma all'angolo tra via della Cultura e via Ponente che ad ogni acquazzone diventa una piscina».

I residenti chiedono anche cura e attenzione per piazza Primo Maggio, dimenticata e abbandonata, che viene spesso trasformata in campetto di calcio e a pagarne le conseguenze sono gli specchietti delle autovetture e le tapparelle delle abitazioni ai lati. Il pensionato Gavino Manunta abita in una delle tre palazzine dove risiedono complessivamente trentasei famiglie: «Viviamo tra le erbacce dove familiarizzano gatti e topi e abbiamo segnalato da tempo il tutto alle autorità competenti. Da queste parti giocano però allo scaricabarile per le competenze, mentre in altre zone l’amministrazione comunale interviene negli spazi verdi anche se con pochi passaggi». Sono cambiati i tempi rispetto agli anni scorsi, secondo Manunta, e non certo in positivo: «Prima si effettuava regolarmente lo sfalcio delle erbacce, indipendentemente dall’eccezionalità delle piogge, rendendo decoroso il quartiere. Lamentiamo inoltre la mancanza di interventi da parte di Area a seguito di cadute calcinacci, e ribadiamo ancora una volta di non considerarci cittadini di serie B». I residenti non vogliono, dunque, che le istituzioni giochino ai rimpalli di competenza sugli interventi da fare, soprattutto dopo aver ascoltato attentamente gli amministratori locali nell’incontro che riguardava il loro quartiere. «Le nostre proteste non sortiscono quasi mai risultato – commenta l’ex console della Compagnia Portuale, Beniamino Pistidda –. É vero che l'istituto Area e l’amministrazione hanno risposto al mio appello, ma l’intervento nella palazzina di via della Cultura si è sinora svolto a metà e sui successivi tempi di intervento non ho ancora avuto risposta da settimane».

Gli operai dell’Area hanno infatti cominciato e non ancora terminato i lavori all’esterno della palazzina di sei appartamenti condominiali dove da oltre un anno sono presenti criticità ambientali causate dalla perdita di liquami del collettore fognario che viaggia di lato alle abitazioni. «Penso che le palazzine sono esposte a grave rischio di incendio – aggiunge Pistidda –, visto che le erbacce, ormai secche, sono pericolosa fonte di innesco. Nelle vicinanze è installato anche anche un bombolone di gas condominiale: non basta il fai da te degli inquilini che hanno rimediato a spese loro per creare una fascia di protezione. Il Comune deve quindi fare la sua parte a tutela dei cittadini esposti a rischi incendiari».

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