La Nuova Sardegna

PORTO TORRES. «Ho letto con amarezza e disappunto quanto dichiarato dall’amico Enrico Piras rammentando il passato del movimento di Autonomia Popolare: non si può stare in silenzio per lunghi periodi e non si può mettere alla porta chi ha egregiamente rappresentato la linea unitaria del gruppo senza mai fare fughe in avanti o solitarie, ma ricercando sempre la “doverosa” condivisione e mediazione». Comincia così la lettera dell’ex consigliere regionale Massimo Mulas sulla vicenda del movimento politico che il presidente Piras ha deciso di commissariare con l’ingresso di nuovi dirigenti. «Questo è il movimento di cui sono co-fondatore in tutto e per tutto quanto l’amico Enrico – dice Mulas –, insieme a tanti altri, e a questo punto credo che debba ritirare le parole che ha scritto e pubblicato chiedendo scusa: sia per quelle scritte e sia per quelle che ha pronunciato nei confronti di componenti del gruppo. Finché ciò non avverrà, aggiunge, io non mi sentirò di certo commissariato, ma libero di stare con chi in questi ultimi anni ha sempre fatto gli interessi del gruppo e della politica, senza mai chiedere conto per sé o per altri». La politica, secondo Massimo Mulas, deve ritornare a essere patrimonio di tutti quelli che si riconoscono nelle idee comuni, non con i soli “proprietari di simboli”. «Attendo fiducioso un ritorno all’equilibrio, umano prima e politico poi, confidando nel buon senso che ho riscontrato nel passato in Enrico, ma non posso tacere di fronte ad un atto di ingiustificata forza come questo». Gli altri componenti che hanno contribuito alla nascita del movimento, nel 2002, si schierano a fianco di Alessandro Carta: «In questi ultimi tre anni il nostro amico ha svolto in modo impeccabile e autorevole il suo ruolo». (g.m.)