La Nuova Sardegna

Sassari

Un mega-restauro salverà il complesso di San Pietro

di Antonio Meloni
Un mega-restauro salverà il complesso di San Pietro

Un’ala dell’antico convento è tra i 14 beni scelti dalla “Fondazione con il Sud” Il primo intervento da 245mila euro servirà a recuperare l’infermeria maschile

01 luglio 2018
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SASSARI. Lo storico complesso di San Pietro in Silki è tra i quattordici beneficiari di un finanziamento stanziato dalla Fondazione con il Sud grazie al quale l’ente nazionale si impegna a ristrutturare una parte dell’ex casa di riposo Regina Margherita che aveva sede in un’ala dell’antico convento. Dei quattro milioni di euro stanziati dalla Fondazione andranno a San Pietro, unico bene culturale sardo fra quelli selezionati in Italia, 245 mila euro che serviranno per rifunzionalizzare i locali in cui fino a qualche anno fa c’era l’infermeria maschile dell’istituto per anziani. Si tratta della prima fase di un bando denominato “Il bene torna comune”, aperto con l’intento di valorizzare e riusare alcuni edifici di pregio situati nell’Italia meridionale.

Immobili storici, di un certo valore architettonico, destinati, però, questo il vincolo, a organizzazioni di terzo settore che dovranno presentare progetti specifici in base ai quali la Fondazione finanzierà la somma messa a disposizione nella prima fase.

Il complesso di San Pietro in Silki, databile alla seconda metà dell’XI secolo, sede di un convento francescano e del santuario della Madonna delle Grazie, sorge in posizione strategica, a una manciata di metri dal polo sanitario e dall’Università. La porzione oggetto di ristrutturazione si estende per circa settecento metri quadrati all’interno dei locali dell’ex casa di cura dismessa nel 2011. Si tratta, in particolare, dell’ala infermieristica dove a suo tempo era sistemata una struttura sanitaria destinata alle cure degli ospiti maschili ricoverati nella Casa.

Le notizie sono ancora scarse e frammentarie e non si sa, a oggi, quale sia l’impresa di terzo settore a cui andrà il finanziamento. Certo è che per accedere alla fase finale del bando, i proprietari dei 14 immobili ritenuti idonei dovranno firmare una convenzione entro la fine di luglio. Il bando, alla quarta edizione, si sviluppa infatti in due parti, nella prima vengono individuati e selezionati gli edifici in base alla manifestazione di interesse avanzata da amministratori e proprietari di beni inutilizzati con l’intesa di cederli in affitto alla comunità locale, per dieci anni, a fronte di regolare contratto. In questa prima fase, la Fondazione ha ricevuto 145 candidature da parte di persone fisiche e giuridiche, nonché di enti pubblici e privati. Dopo un’attenta valutazione, sono stati individuati 14 beni: 4 in Puglia, 4 in Campania, 2 in Calabria, 2 in Sicilia, 1 in Basilicata. Per la Sardegna è risultato idoneo l’edificio della ex casa di riposo annessa allo storico complesso di San Pietro in Silki. Da agosto a settembre, si svilupperà la seconda fase in cui entreranno in gioco le organizzazioni di terzo settore che, in partenariato con enti pubblici e privati, esclusi i proprietari dell’immobile, potranno presentare proposte di valorizzazione dei beni nell’ottica di un uso collettivo e della relativa restituzione alla comunità.

A quel punto si dovrebbero anche conoscere identità e caratteristiche dell’ente che si aggiudicherà i lavori. Di sicuro, l’attività che si svolgerà dentro quei locali dovrà essere di interesse comune e i relativi lavori di ristrutturazione dovranno essere impostati tenendo conto della tipologia dell’intervento. I tecnici della Fondazione con il Sud, infatti, privilegeranno le proposte capaci di generare ricadute positive sul territorio in termini di sviluppo socio-economico.

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