La Nuova Sardegna

Sassari

Spariti i soldi della colletta per il funerale, 40enne di Sorso a giudizio

di Salvatore Santoni
Spariti i soldi della colletta per il funerale, 40enne di Sorso a giudizio

L'ex presidente si sarebbe appropriato dei fondi dell’associazione di mutuo soccorso funerario

03 luglio 2018
3 MINUTI DI LETTURA





SORSO. Svolta nell’inchiesta sullo scippo del salvadanaio del caro estinto. L’impresario funerario Fabio Quinto Sias, 40 anni di Sorso, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver svuotato il forziere della Libera associazione pensionati di Sorso (Lap). Secondo la Procura, tra il 2014 e il 2015 l’imputato si sarebbe appropriato di oltre 21mila euro.

Lo scandalo era scoppiato nel mese di marzo del 2015 quando, nel corso di un’assemblea infuocata, i soci dell’associazione di mutuo soccorso funerario avevano scoperto una serie di ammanchi nei conti correnti. Il funzionamento della Lap è molto semplice: i soci versano una quota annuale nelle casse dell’associazione, che assicura un funerale dignitoso quando passano a miglior vita. La cosa si complica se quando i soci muoiono il forziere è vuoto.

Che è esattamente la situazione nella quale si è trovata l’associazione nel 2014, con una serie di salme da seppellire e con i soldi sufficienti a pagare soltanto un funerale, circa 800 euro, a fronte dei 450 soci vivi e vegeti. Un’anomalia che era finita sulla scrivania dei carabinieri in una querela che il nuovo direttivo ha presentato contro Fabio Quinto Sias, dopo averlo espulso dall’associazione. Il braccio di ferro si consumò anche con una guerra a distanza condotta a colpi di manifesti. L’ex presidente Sias era tornato alla carica con un annuncio affisso nelle bacheche funebri della città, che invitava gli anziani soci a versare la quota annuale presso la propria agenzia funebre. La replica del nuovo direttivo era arrivata a stretto giro con un altro manifesto che invitava a non versate le quote all’ormai ex presidente. La Procura aveva aperto un fascicolo ma l’inchiesta era finita su un binario morto.

Questo perché secondo il pm Emanuela Greco la ricostruzione dei fatti emersa dalle indagini sarebbe risultata «antitetica», nel senso che «gli elementi acquisiti non risultano idonei a sostenere l’accusa in giudizio». Tant’è che alla fine del 2016 aveva chiesto l’archiviazione del caso. A quel punto il legale della Lap, l’avvocato Loredana Martinez, aveva avviato una serie di minuziosi accertamenti difensivi i cui esiti hanno convinto il gip Carmela Rita Serra a disporre un supplemento di indagini. La svolta è arrivata di recente con la citazione a giudizio dell’indagato da parte del procuratore capo Gianni Caria.

L’imputato, che è difeso dall’avvocato Maria Letizia Doppiu Anfossi, il prossimo 24 settembre dovrà presentarsi in udienza davanti al giudice per rispondere dell’accusa di appropriazione indebita aggravata perché «in qualità di presidente della Libera associazione pensionati di Sorso – si legge nel decreto – al fine di procurarsi un ingiusto profitto, si appropriava di danaro dell’associazione, di cui aveva il possesso in ragione delle funzioni esercitate, per un ammontare complessivo di almeno 21.585 euro, commettendo il fatto con abuso di relazioni di ufficio e di prestazione d’opera».



Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative