La Nuova Sardegna

Sassari

Ozieri, liste d’attesa piene e la radiografia al Segni è impossibile

Barbara Mastino
Ozieri, liste d’attesa piene e la radiografia al Segni è impossibile

Una anziana sofferente alle ginocchia rimandata a casa. La figlia: «Si devono prevedere spazi per le emergenze» 

07 luglio 2018
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OZIERI. Con l’arrivo dell’estate crescono i disagi anche nell’ospedale di Ozieri e in particolare in alcuni reparti che già normalmente soffrono per le carenze di personale. Un caso verificatosi qualche giorno fa è emblematico in questo senso, perché racconta una storia di liste d’attesa strapiene (in barba a chi parla di ospedale che non ha “numeri”) e di mancanza di organizzazione per i prossimi mesi: è quello accaduto a un’anziana signora che necessitava di una radiografia urgente prescritta dal medico di base a seguito di alcune complicazioni riscontrate dopo una frattura al femore.

Pur avendo già una visita di controllo di routine fissata tra un paio di settimane a Sassari, dove la donna era stata operata dopo la frattura, persistenti e preoccupanti dolori al ginocchio avevano convinto il suo medico di base a farle effettuare una Rx prima del tempo e su tutto l’arto inferiore, in modo da verificare cosa provocasse i dolori al ginocchio. E così la donna, con la sua impegnativa, si è recata al Cup del Segni per prenotare la radiografia, accompagnata dalla figlia, ma le due si sono sentite rispondere che per il mese di luglio le liste d’attesa erano piene e che per agosto e per settembre non si conoscevano ancora gli elenchi perché non erano stati preparati.

«Nonostante la situazione fosse urgente - racconta la figlia della donna - abbiamo chiesto comunque un posto per i mesi prossimi, proprio per la necessità di controllare nel dettaglio il ginocchio, e la sorpresa è stata grande quando ci siamo sentite dire che non si poteva ancora prenotare. Essendo rimaste in fila per tutta la mattina, anche perché solo uno sportello era operativo e la sala d’attesa era stracolma, l’operatore ci ha consigliato di fare un tentativo direttamente in reparto, dove magari poteva essersi liberato un posto per una Rx all’ultimo momento. E così abbiamo fatto - prosegue la donna - e un gentile operatore ci ha detto di ritornare il giorno dopo perché mia madre avrebbe potuto tranquillamente fare l’esame».

E così hanno fatto le due donne, ma il giorno dopo in reparto c’era un altro operatore, non quello del giorno prima, che evidentemente non aveva preso nota della cosa, e quindi niente radiografia. «Un viaggio a vuoto per mia madre, che le è costato tanta fatica e dolore essendo ancora immobilizzata, e una perdita di tempo sulla base di una “vaga promessa”. La salute delle persone che soffrono non può essere affidata a una lotteria - dice ancora la donna - e un ospedale che ha un’utenza così vasta non può non essere messo in condizione di riuscire a organizzare per tempo le visite e le liste d’attesa lasciando anche spazi per le emergenze».

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